Il Consiglio comunale dello scorso 16 novembre è durato poco più di un'ora.
Metà della seduta è stata occupata dal serrato dibattito tra maggioranza e minoranza sulla mozione per il ripristino dell'installazione artistica sulla facciata della Biblioteca comunale, l'altra metà ai restanti cinque punti all'ordine del giorno.
L'attività conoscitiva che abbiamo svolto presso gli uffici del Comune ha smontato inesorabilmente, una dopo l'altra, tutte le scuse via via affastellate da Avesani e Castagna per evitare di ripristinare l'opera d'arte com'era e dov'era.
Alla fine, dopo che Castagna e De Santi hanno sparato invano le loro debolissime cartucce e il tentativo di "mediazione" del presidente del Consiglio Furlani è fallito, è uscito allo scoperto Avesani, che ha finalmente fatto capire ciò che era chiaro fin dall'inizio.
Cioè che a San Martino si fa quello che vuole lui, quando vuole lui. A prescindere da qualsiasi valutazione di opportunità, di coerenza, di decoro dell'istituzione che rappresenta, di rispetto per le persone e per le aziende. Lui quella scultura sulla biblioteca non la vuole. Punto. Perché rimetterla a posto significherebbe ammettere di aver sbagliato. Figurarsi poi se a chiederlo è l'opposizione: non sia mai.
Inutile cercare traccia di quello che è successo in Consiglio: la trascrizione del dibattito non viene più fatta, la registrazione della seduta non viene messa on line, L'Arena ha pubblicato il solito articolone in cui si parla, fatalità, solo del punto all'ordine del giorno gradito al sindaco e al vicensindaco. Della mozione non una riga. Tutto normale, insomma, e ampiamente previsto.
Abbiamo chiesto più volte al presidente del Consiglio Furlani di pubblicare on line la registrazione della seduta consiliare, ma alla richiesta è stato opposto il solito muro di gomma dei vedremo, forse, chissà.
Noi pensiamo, invece, che ascoltare quanto accade in Consiglio sia estremamente significativo, perché solo così è possibile rendersi conto, al di là degli slogan e dei servizietti compiacenti, della pasta di cui sono fatti i nostri amministratori e del modo in cui vivono il ruolo che ricoprono.
In questo senso, come è stato detto, il comportamento di Avesani & C. circa l'installazione della biblioteca comunale è davvero emblematico.
Questa è la nostra trascrizione di quanto è stato detto in aula:
Furlani: Passiamo al punto numero 3 [all’ordine del giorno] che è
discussione di una mozione presentata dal gruppo di minoranza – o meglio
presentata dal consigliere Roberto Alloro però con una firma unitaria. La
mozione è relativa… è la mozione del tubo, scusa no del tubo, del tubo verde, quello
dell’installazione luminosa dell’artista Manuela Bedeschi sulla facciata della
biblioteca comunale Don Lorenzo Milani. Penso che il consigliere Alloro darà
lettura, grazie.
Alloro: Se si potesse cancellare, magari, tornerei indietro, perché
definire “un tubo” l’opera d’arte mi pare…
Furlani: E’ un mio errore.
Alloro: Una brevissima premessa.
Nell’aprile 2007 l’Amministrazione comunale ha organizzato questa
manifestazione, “Itinerarte. Itinerari diversi nell’arte contemporanea” [mostra
il catalogo]. Nell’aprile 2007 l’autrice di una di queste installazioni,
Manuela Bedeschi, propone di realizzare e installare sulla facciata della
biblioteca comunale a spese della ditta Fimauto – che è presente in sala, rappresentata
- in occasione del 25° anno di presenza
a San Martino Buon Albergo appunto l’opera di cui stiamo parlando e di donarla
alla comunità di San Martino Buon Albergo stessa. Nella giunta del 24 maggio
2007 viene accolta la proposta della signora Bedeschi. Il 25 maggio 2007,
quindi tre giorni prima delle elezioni, alcuni giorni prima delle elezioni,
l’assessore Brangian, assessore alla Cultura, accetta formalmente la donazione.
Nell’ottobre 2009 l’opera viene rimossa e irrimediabilmente danneggiata. E ora
dò lettura della mozione.
Oggetto:
Ripristino dell’installazione luminosa
dell’artista Manuela Bedeschi sulla facciata della biblioteca comunale don
Lorenzo Milani.
MOZIONE
IL CONSIGLIO COMUNALE
Premesso che nella seduta di Consiglio
Comunale del 16/11/2009 il sindaco Avesani, rispondendo ad interpellanza del
consigliere Lonardi in merito alla rimozione dell’opera d’arte in oggetto ha
dichiarato testualmente che «è stata una decisione frettolosa motivata dalla
non conoscenza e del valore artistico dell’opera e del contesto del quale essa
è frutto. A seguito delle sollecitazioni pervenuteci (…), la scelta è
stata riportata all’attenzione della Giunta che ha giustamente riconsiderato la
scelta operata ed ha subito dato mandato all’Assessore alla Cultura di
prendere contatti con l’artista per verificare la possibilità di ricollocare
l’opera al suo posto»;
Dato atto che la Giunta Comunale, con delibera
n. 11 del 21/01/2011 esecutiva a norma di legge, «per sottolineare la
necessità di provvedere per rispetto dell’artista, per abbellire la facciata e
per ricreare il gradevolissimo effetto visivo del neon acceso nelle ore
serali», ha invitato il responsabile dell’Ufficio competente ««ad attivarsi
affinché l’opera artistica realizzata dalla Signora Manuela Bedeschi venga
riprodotta e ricollocata sulla facciata dell’edificio che ospita la biblioteca comunale»;
Considerato che nel Consiglio comunale del
15/03/2012, rispondendo ad una successiva interpellanza del consigliere Lonardi
relativa alla mancata esecuzione della citata delibera di Giunta, il Sindaco ha
dichiarato quanto segue:
a)
«Poiché
all’epoca della donazione il Consigliere Lonardi era Sindaco, sarebbe meglio
chiarire a lui il motivo per cui questa opera d’arte non risulta nel patrimonio
del Comune né quale bene mobile, né immobile. Non risulta agli atti alcun
riscontro della donazione della signora Bedeschi e come lui stesso sa, ogni
donazione, anche di modico valore, deve essere accettata dall’ente ed entrare
nel patrimonio dell’ente (articolo 782 del Codice Civile) altrimenti la
donazione è nulla»;
b)
«di
fronte ad un’ingente spesa da fare ricadere sui cittadini che rappresento, mi
sono posto una domanda: “Ma se è un’opera d’arte, alla donazione sarà seguita
l’accettazione, all’accettazione sarà seguita l’acquisizione nel patrimonio dei
beni mobili e ricadrebbe nella copertura assicurativa in essere per il
patrimonio comunale.” Ecco Consigliere Lonardi, quando Lei era Sindaco tutto
ciò non è avvenuto. Alla data odierna di attestazione scritta anche
dell’ufficio economato non risulta, né mai accettata l’opera donata, né
entrata nel patrimonio del Comune. A ciò segue che all’accidentale rottura
non ha potuto seguire neppure la denuncia assicurativa per il risarcimento. Le
pare opportuno che per tutte queste mancanze della sua ex Amministrazione noi
oggi facciamo ricadere sui cittadini la spesa di tale bene?»;
Dato atto che dall’esame degli atti è emerso
quanto segue:
a)
la formale accettazione della donazione dell’opera d’arte è avvenuta con
lettera a firma dell’assessore alla Cultura Roberto Brangian prot. 2591 del
25/05/2007
conseguente ad analoga direttiva di Giunta comunale;
b)
come
da comunicazione del competente ufficio prot. n. 17962 del 5/10/2012, non
esiste alcun elenco di monumenti ed opere d’arte iscritte al patrimonio
comunale al quale si sarebbe dovuta aggiungere l’installazione artistica in parola;
c)
che,
in ogni caso, eventuali atti prodromici all’iscrizione di tale cespite al
patrimonio comunale successivi alla data 27/05/2007 sarebbero stati di
competenza dell’amministrazione insediatasi in data 1/06/2007;
d)
come
da comunicazione del competente ufficio prot. n. 17801 del 4/10/2012, non
esiste alcuna corrispondenza intercorsa con la compagnia assicurativa in merito
all’opera d’arte di cui si tratta;
Dato atto che non risulta fondata, pertanto,
nessuna delle circostanze burocratico-amministrative addotte dal sindaco
Avesani a motivazione del mancato ripristino dell’opera d’arte;
Considerato che tali motivazioni asseritamente
ostative sono comunque tutte posteriori sia al Consiglio del Comunale del
16/11/2009, sia alla delibera di Giunta Comunale n. 11 del 21/01/2011, con le
quali il Sindaco e la Giunta hanno assunto pubblicamente e formalmente precisi
ed irrevocabili impegni circa il ripristino dell’opera d’arte;
Ritenuto che, in ogni caso, la tutela del
patrimonio storico-artistico e monumentale della comunità non possa essere
affidata unicamente ai rimborsi assicurativi eventualmente spettanti, ma sia
preciso dovere dell’amministrazione comunale farsene carico almeno con la stessa cura e
sollecitudine prestata alla manutenzione di altri beni pubblici;
Valutata la modesta entità della spesa a carico
dell’Ente, pari a circa 2000 euro;
Ritenuto non ulteriormente procrastinabile
rimediare al depauperamento del patrimonio artistico della collettività
derivante dalla rimozione e dal danneggiamento dell’opera, con ciò onorando gli
impegni assunti dal Sindaco in Consiglio Comunale e dalla Giunta con propria
delibera esecutiva;
IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA
a ripristinare con ogni urgenza, senza ulteriori dilazioni,
l’installazione in argomento com’era e dov’era con spese a carico del Comune.
Furlani: Penso che ci siano delle
osservazioni… Nessuna osservazione? Assessore Castagna.
Castagna: A parte tutto il discorso patrimonio, mica patrimonio che
sarebbe lunga da disquisire, per esempio le posso dire, tra quelli citati da
lei, che il monumento ai Caduti risulta da una donazione del ’29 fatta al
Comune dalla Federazione Combattenti e nel ’29 non c’era l’istituto del
patrimonio comunale. Le altre opere - parco Gambaretto, don Bepo - sono stati
fatti, eseguiti dall’Amministrazione comunale, non frutto di donazione.
A parte questo, nell’agosto 2011
è intercorsa corrispondenza tra il sindaco e la signora Bedeschi. Non gliela
sto a leggere, ma in fondo all’ultimo capoverso si legge: “Restiamo in attesa
di una sua indicazione circa l’installazione di opera analoga a questa in
quella sede o in altra del nostro Comune. Saremmo lieti di reinstallarla
qualora lei decidesse…” - aspetti che ho perso il filo, purtroppo…. - “Ben
comprenderà che trattasi di una questione puramente economica” - riferita al
fatto dei duemila euro di spesa che ormai è venuta a costare quell’opera e non
millecinquecento come diceva lei…
Alloro: Chi, chi ha detto?
Castagna: …millecinquecento… pardon, ah, duemila, pardon.
Alloro: Riferisca giusto, per cortesia.
Castagna: Pardon. La leggevo qua. “Ben comprenderà che trattasi di
questione puramente economica. Con immenso piacere saremmo lieti di
reinstallarla qualora lei decidesse di donare al Comune opera analoga”. A
questa corrispondenza non è arrivata nessuna risposta. Comunque, aldilà…
Alloro: Mi scusi, assessore…
Castagna: … i consiglieri di maggioranza sarebbero dell’idea di
dare parere favorevole alla vostra mozione qualora si tirasse via la dicitura
“ripristinare con urgenza”.
Alloro: Chiedo la parola.
Furlani: Prego, consigliere Alloro.
Alloro: Visto che lei ha citato parte
di una corrispondenza intercorsa tra la signora Bedeschi e l’Amministrazione
comunale faccio altrettanto. Questa è del 4 agosto 2011. “Egregio sig. Sindaco”
– salto il preambolo – “Nel frattempo le anticipo per email il motivo per cui la
cercavo, e cioè che, anche su suggerimento dell’assessore Castagna con il quale
ho avuto alcuni contatti e che avevo sentito pochi minuti prima di cercarla
telefonicamente, sono gentilmente a chiederle di nuovo cosa intende fare della
mia opera appositamente realizzata per la facciata della Biblioteca di San
Martino. Sono ad esprimere tutta la mia perplessità non solo sui tempi
burocratici visto che la delibera sulla spesa risale a molto tempo fa, ma,
soprattutto, sulla reale volontà di voler ricollocare l’opera al suo posto. Durante
questo lungo tempo, intendo da quando Lei mi ha personalmente assicurato il
riposizionamento dell’opera e seguente delibera, sono stata contattata per
domande come: “Lei gradirebbe essere presente al momento del montaggio?...”
oppure recentemente al tecnico che seguirebbe il lavoro, dopo circa due anni:
“ma quanta luce fa un neon, perché con la nuova illuminazione forse non si vede
più e magari bisogna spostarlo…” E intanto il tempo passa… Tengo a precisare
che l’opera è stata realizzata per quel preciso spazio, e non è quindi
posizionabile altrove, e che la luminosità dell’opera stessa fa parte della mia
personale scelta artistica con le conseguenti valutazioni tecniche che fanno
sempre parte del mio lavoro. Ora, scusandomi per questa mia insistenza che
spero espressa con sufficiente cortesia, Le rinnovo la mia richiesta di
chiarezza sulla volontà del tutto, richiesta che purtroppo ho già fatto
precedentemente, sia a voce che con una lettera a Lei indirizzata. Scusandomi
ancora per un’insistenza che non mi è propria ma conseguente alla situazione in
atto, la ringrazio , la saluto, cordialità”.
Ora, dal
regolamento sulle mozioni, è possibile emendare il testo e c’è una procedura da
seguire. Invito il presidente del Consiglio Comunale a far seguire la procedura
in caso di emendamenti, dopodiché… E’ chiaro che se, caro assessore Castagna,
togliere la parola “con urgenza” vuol dire rimandare sine die questo ripristino che è stato promesso in un Consiglio
Comunale del 2009, io personalmente – ma poi c’è il giudizio dell’aula – mi
opporrò all’emendamento. Tanto più che si tratta di un impegno formale
dell’Amministrazione comunale preso in più sedi; si tratta di una persona –
l’artista – che si sente letteralmente presa in giro; si tratta di un’azienda
che ha sponsorizzato la realizzazione di un’opera, l’ha donata alla comunità e
si vede essa pure, non so come dire se non presa in giro da questo continuo
atteggiamento dilatorio.
Furlani: Benissimo. C’è anche
l’assessore Gaspari che vuol fare un intervento. Prego.
Gaspari: Allora, innanzitutto io
preannuncio che non parteciperò al voto di questa mozione perché ritengo che
una mozione che ha un oggetto come questo – apro parentesi: non entro nel
merito se si tratta di opera d’arte o meno perché ritengo di non avere le
capacità tecniche per giudicarlo – però tuttavia ritengo che questo momento
star qui a impegnare il Consiglio comunale con una mozione del genere sia
quantomeno una provocazione. Voglio dire, viviamo in una regione in cui ci sono
160.000 disoccupati, in cui 20 imprenditori – visto che l’assessore Alloro
citava l’impresa che ha finanziato questa opera – 20 imprenditori nell’ultimo
anno e mezzo si sono suicidati per la crisi, abbiamo 220 imprenditori, sempre
per stare sul tema, in regione Veneto che si sono affidati ai servizi sociali
per un’assistenza psicologica per colpa della crisi, e noi stiamo qui a
discutere, scusate, veramente di una mozione che io ritengo provocatoria. Per
cui non parteciperò al voto.
Alloro: Sono stato citato. Soltanto una
breve chiosa per dire che se l’Amministrazione comunale avesse mantenuto
l’impegno preso nel Consiglio Comunale del 2009 ci saremmo risparmiati tre
interpellanze del consigliere Lonardi, una interpellanza del consigliere
Toffalini. Per cui se c’è stato tira e molla non è stato sicuramente da questi
banchi, ma dai vostri.
Furlani: Assessore De Santi.
De Santi: Anch’io non entro
assolutamente nel merito della validità dell’opera perché non fa parte del mio
bagaglio culturale valutare se questa è un’opera di alto livello o di basso
livello e mi astengo dal farlo. Segnalo però che se la minoranza si adopera
continuamente per questo tipo di realtà sembra quasi una minoranza non dico del
tubo ma del tubo verde, scusatemi, perché i problemi di San Martino sono
completamente altri. Come assessore al Bilancio assolutamente io sarò, per
quanto mi riguarda, salvo un atto di imperio del sindaco che è libero di farlo,
assolutamente contrario a far spendere all’Amministrazione in questo momento,
in questo frangente – se verranno tempi migliori ben volentieri, lo dico con
molta serenità ben volentieri – ma in questo momento per quanto mi riguarda
duemila euro li adopero per il sociale, per quanti sono disoccupati, per le
bollette che dobbiamo pagare, per quanti vengono all’ISAC a chiedere una mano
dal Comune. Permettetemi, ma in questo momento io valuto queste priorità. Il
resto siamo disponibili, parliamone, siamo persone, ripeto, se troviamo un
accordo ben volentieri, ma le priorità del Comune di San Martino sono in questo
momento senz’altro diverse.
Alloro: Presidente, posso?
Furlani: Prego, consigliere Alloro.
Alloro: Mi sarebbe piaciuto che
l’assessore al Bilancio, ai Lavori Pubblici nonché vicesindaco avesse usato la
stessa attenzione quando ha votato la spesa di 1989 euro per pubblicità su
PerEsteso e In Cassetta, 450 euro per il concorso “Arreda il municipio” – che
non mi pare siano lavori socialmente utili – 726 euro proprio qualche giorno fa
ancora per PerEsteso “pubblicazione promozione attività culturali”, 2550 euro
per gonfiabili, figuranti napoleonici, arti e mestieri medievali, eccetera
eccetera. Quindi mi pare che sia evidente quanto sia strumentale e demagogica
questa posizione.
De Santi: Io come risposta le dico solo
una cosa. Lei ha mai pensato a quanti soldi ha speso lei quando era assessore?
Si faccia il conto. Veda se ne spendiamo meno noi o più lei. Ma, detto questo
che è normale dialettica, lei vada a vedersi la mostra che è adesso aperta – le
che è aperto alla cultura, alle attività, dove l’attività culturale è il suo
pallino – la invito a vedere la mostra che è allestita in questo momento a
seguito di “Arreda il comune”. Vada a vedere e si renderà conto. Poi mi dica se
sono soldi mal spesi.
Alloro:
L’ho già vista due volte la mostra “Artisti a San Martino”, visto che l’ho
avviata io, e forse sarebbe il caso che terminaste di fare le domandine “Sei
andato”, “Non sei andato”. Sono affari miei.
De Santi: L’ho solo invitata.
Alloro: Grazie.
Furlani: Torniamo alla mozione. Prego,
consigliere Tebaldi.
Tebaldi: Niente, facevo presente, in
vista di questa nuova articolazione che riassume un po’ tutto il percorso di
questa donazione, non è possibile fare nuovamente richiesta alla polizza
assicurativa e si potrebbe risolvere il problema?
De Santi: Assicurare un bene dopo che è
stato manomesso io penso che insomma, quantomeno, fare una polizza del genere e
poi fare un intervento successivo, io penso che qualcuno venga a chiederci perché,
insomma.
Tebaldi: No, no, non sto dicendo di
assicurarlo. E’ che forse risultava regolarmente donata al Comune, questo, e
quindi se in queste condizioni, diciamo, fosse possibile riscuotere il premio,
non, chiaramente, assicurare una cosa oggi per…
Furlani: La mia proposta sarebbe quella… ah, consigliere Braggion,
vuole dire due parole?
Braggion: Non sono parte in causa però
intervengo lo stesso, perché non è che noi non abbiamo presente quali sono i
problemi delle persone, insomma, anche perché siamo persone che vivono la
società e sanno benissimo quali sono i problemi oggi. Noi siamo qui, siamo
un’amministrazione e l’amministrazione si occupa sia dell’aspetto sociale,
dell’aspetto culturale, dell’occupazione e così via e quindi io la vedo
francamente demagogica questa cosa di buttarla sul fatto che non si può parlare
di queste cose perché c’è gente che sta male. Sono d’accordo anch’io, voglio
dire, che la gente sta male, però diciamo che questa mozione va a mettere i
punti sulle i, a sottolineare un modo, cioè è emblematica di come si fa
amministrazione. Qua si inventano delle cose. Giusto per non dire che “non la
vogliamo mettere perché non abbiamo più soldi” si costruiscono tutta una serie
di cose che poi Alloro, giustamente, va a dimostrare che sono un castello di
carta, perché sono inesistenti, giusto per non dire “Guarda, nella nostra
amministrazione questa cosa non ci interessa”. Questa è la questione. Che dopo
si vada a spingere su Alloro per cercare di fare le domandine per metterlo in
crisi, queste cose qui, francamente mi pare una barzelletta. Cioè: ammettete
che questa cosa non vi interessava – un po’ l’ha ammessa De Santi, anche se non
ha ammesso dell’opera, giustamente, su cui non vuole entrare nel merito – però,
voglio dire, inutile attaccarsi a queste demagogie. Semplicemente si dice
“Rispetto a questa mozione…”. Per cui non siamo legittimi a presentare
qualsiasi tipo di mozione. Non è che dobbiamo presentare… se presentiamo la
mozione sulla cultura vuol dire che non ce ne frega della gente come sta. Cioè,
non stiamo nel in cielo né in terra. Cerchiamo di andare sul merito e volere
votare la mozione così com’è, volete cambiarla, discutiamo sull’emendamento, ma
non veniteci a dire che una minoranza che si occupa di una questione
amministrativa è una minoranza che non ha ragione d’essere o che non ha ben
presente la situazione. Voglio dire: non mi sembra corretto. Noi ci occupiamo
di varie cose. Ci siamo occupati di sociale… ripeto: non mi sembra il caso.
Stiamo sul merito, giudichiamo il merito senza tirare fuori discorsi dove noi
sembra che siamo degli sciacalli che sulla pelle delle persone facciamo delle
cose che non interessano. Secondo me è sbagliato questo modo di procedere.
Quindi, ritorniamo alla mozione, siamo d’accordo, non siamo d’accordo, la
votiamo, punto e basta. Evitiamo questi giri, insomma.
Furlani: Bene, allora io propongo un
emendamento, vediamo se riusciamo a trovare una quadra, come si dice. Allora,
praticamente, benissimo il testo iniziale della mozione. Dove c’è scritto:
“impegna il Sindaco e la Giunta” io proporrei “a ripristinare l’installazione in
argomento com’era e dov’era con spese a carico del Comune”. Toglierei solamente
la parte “con ogni urgenza” per la motivazione che poi sono state espresse sia
dall’assessore De Santi o comunque vedremo poi successivamente con le
variazioni di bilancio perché la disponibilità economica può essere… non è
ottima. Quindi insomma io proporrei appunto di impegnare l’Amministrazione a
ripristinarla nei tempi appena disponibili e mi auguro questa proposta mia di
emendamento…
Alloro: Sospendiamo un momento per
confrontarci?
Furlani: Sì, prego, prego. Nel
frattempo io scrivo l’emendamento.
[silenzio]
Furlani: Scusate un attimo. Una piccola
osservazione, che mi ero anche dimenticato, perché qua… sì, sono un po’ stanco…
l’emendamento è il seguente: “Impegna il Sindaco e la Giunta a ripristinare l’installazione
in argomento con spese a carico del Comune”.
Alloro: Meglio ancora.
Furlani: Eh?
Alloro: Meglio ancora, dico.
Furlani: No, “com’era e dov’era” lo
togliamo…
Alloro: “Com’era e dov’era” no.
Furlani: …perché è possibile trovare
dei posti… soprattutto, visto il restauro dell’edificio qui dietro… vedremo,
insomma, dai.
Alloro: Mi scusi, presidente. Allora,
se la vogliamo svuotare del tutto...
Furlani: No, beh, non c’è niente...
Alloro: Se tira via il termine, per cui
lo può fare anche nel 2099 , se Avesani e questa amministrazione sarà ancora
sindaco…
Furlani: No, finché ci sono io…
Alloro: E tenga conto che, come ho già
chiaramente espresso...
Furlani: “con urgenza”...
Alloro: No, io non sto dicendo “con
urgenza”, quello è un altro discorso e lo affrontiamo. Ma se lei tira via anche
“dov’era e com’era” ritorniamo nel circolo vizioso, fintamente vizioso, di cui
prima ho letto il pensiero della signora Bedeschi. Cioè, l’opera va rifatta lì,
non da un’altra parte. Se lei tira via “dov’era e com’era” ricominciamo il
giro. Quindi, se lei vuole proporre l’emendamento di togliere quella parte lì,
votiamo l’emendamento.
Furlani: Purché poi sia conclusa, mi
auguro.
Alloro: Guardi che… Sembra che sia una
colpa nostra. Non ci siamo, vero? E’ lei che fa parte di quell’amministrazione
lì, non noi.
Furlani: E’ di tutti. “A ripristinare
l’installazione in argomento com’era e dov’era con spese a carico del Comune”.
Alloro: Allora: noi riteniamo che debba
essere indicato un termine. Quindi, per esempio, “entro l’esercizio finanziario
2013”.
Furlani: Eh, questo non posso
assicurarlo…
Alloro: Altrimenti, non la rimetterete
mai su. Quindi ci vuole un impegno. L’ha già preso il Sindaco un impegno nel
2009 e non l’ha mantenuto e il 2009... siamo nel 2012, fine, son passati
diversi anni. Allora se accettiamo di “ripristinare l’opera entro l’esercizio
finanziario 2013” va bene, non siamo mica qua col fiato sul collo. Sono passati
tre, ne passa un altro ma lo facciamo. Ma se togliamo qualsiasi riferimento
cronologico, non ci crediamo.
[silenzio]
Furlani: Ritiriamo l’emendamento e
andiamo direttamente al voto della mozione.
Alloro: Con quale testo?
Furlani: Ritiriamo l’emendamento e il
testo è quello della mozione.
Alloro: Con l’originale.
Furlani: “a ripristinare con urgenza
senza ulteriori dilazioni” - la mozione l’abbiamo vista – “com’era e dov’era…”
Avesani: Cioè, in poche parole, se lei,
con un pretesto, vuole indurre la maggioranza di questo Consiglio a votare
quello che vuole lei, io gliela voto contro.
Alloro: E’ nel suo diritto, sindaco.
Avesani: Lo sto esercitando.
Furlani: Quindi passiamo alla votazione. Voti
favorevoli 5, contrari 10, astenuti nessuno. L’assessore Gaspari è fuori… La
mozione non è approvata.