La storia che vi raccontiamo oggi
prende spunto da una delle interpellanze che sono state presentate in vista del
Consiglio comunale di stasera.
L’autore dell’interpellanza è il
consigliere Mario Lonardi e riguarda un’opera d’arte appartenente al patrimonio
pubblico. Ne riportiamo il testo qui sotto:
Oggetto: interpellanza sulla
rimozione della installazione luminosa posta sulla facciata della biblioteca
comunale.
Il sottoscritto Mario Lonardi del gruppo “
Uniti per S.Martino “, in merito a quanto già richiesto ripetutamente sia in
Consiglio Comunale che direttamente agli Assessori competenti, circa la
rimozione della installazione luminosa posta sulla facciata della biblioteca
comunale, e con riferimento alle assicurazioni ricevute per un suo ripristino,
rileva che non sono stati onorati, a
tutt’oggi, gli impegni assunti da questa amministrazione per il ripristino
dell’opera;
pur ammettendo che tale mancata
promessa non è certamente la omissione più grave di quelle imputabili a questa
amministrazione, ritiene che sia significativa proprio per la sua
caratteristica simbolica: una promessa “semplice” e molto visibile che, non
rispettata, rivela l’inefficacia dell’azione amministrativa in modo palese.
considerando particolarmente grave la
rimozione ingiustificata di una opera artistica pubblica che contribuiva alla
immagine della Piazza e, attraverso la memoria delle iniziative culturali
svolte, al senso comune del nostro paese;
chiede
che venga informato il Consiglio
Comunale circa le motivazioni che non hanno permesso all’amministrazione di
ripristinare l’installazione donata al Municipio dalla signora Bedeschi
Emanuela dopo una sua mostra ospitata nella rassegna “Itinerarte” presso la
nostra biblioteca.
Per capire quali siano gli
impegni che secondo Lonardi l’amministrazione non ha onorato bisogna fare un
passo indietro. Anzi due. Bisogna tornare al 2007, quando
veniva inaugurato “ITINERARTE. Itinerari diversi nell’arte contemporanea”, un
progetto promosso dall’assessorato alla Cultura che univa varie forme di
espressione artistica contemporanea (musica, teatro, video-arte, incisioni,
installazioni).
Una sezione del progetto, dal
titolo “Itinerari diversi”, prevedeva otto interventi di altrettanti artisti
(Manuela Bedeschi, Giuliano Guatta, Adama Guéye, Donata Lazzarini, Igino
Legnaghi, Andrea Masotto, Bruno Muzzolini e Ugo Tonello) in altrettanti punti
del paese, che diventò - dal 20 maggio al 16 giugno – un vero e proprio museo
all’aperto.
Manuela Bedeschi, in particolare,
aveva realizzato per la facciata della biblioteca comunale Don Lorenzo Milani
una installazione ispirata alla interazione tra spazi pubblici, arte e luce.
Al temine della mostra, stimolati
anche dagli apprezzamenti ricevuti, l’artista e lo sponsor che aveva finanziato
l’opera vollero donarla ai Sammartinesi. L’amministrazione comunale, nella
persona dell’assessore Roberto Brangian, accettò formalmente il dono e acquisì l’installazione
al patrimonio pubblico.
Fu uno degli ultimi atti
dell’amministrazione Lonardi, che non venne confermata alle elezioni
amministrative di fine maggio 2007.
Il 9 novembre 2009 Lonardi
presentava una prima interpellanza sul tema:
Oggetto : interpellanza sulla
rimozione della installazione luminosa posta sulla facciata della biblioteca
comunale.
Il sottoscritto Mario Lonardi del gruppo “
Uniti per S.Martino “, dopo la segnalazione di molti concittadini che hanno
verificato la rimozione della installazione luminosa posta sulla facciata della
biblioteca comunale, ed avendo chiesto informazioni sullo stato delle cose
all’assessore Alloro che è sembrato a sua volta stupito e non informato dei
motivi della rimozione,
e con riferimento alle assicurazioni
ricevute per un suo ripristino,
chiede
che venga informato il Consiglio
Comunale circa le motivazioni che hanno indotto l’amministrazione a rimuovere
l’installazione donata al Municipio dalla signora Bedeschi Emanuela dopo una
sua mostra ospitata nella rassegna “Itinerarte” presso la nostra biblioteca.
Erano giorni in cui gli occhi
dell’opinione pubblica erano particolarmente attenti al mondo dell’arte
contemporanea a causa della clamorosa rimozione di un’opera di Facheris posizionata
in via Mazzini a Verona, portata in discarica come rifiuto ingombrante da
ignari operatori dell’Amia. Un caso assai imbarazzante finito sui giornali e in
tv ed aveva chiamato in causa direttamente l’amministrazione comunale
cittadina.
Di qui il caldo consiglio rivolto
al sindaco dall’assessore Alloro di fare pubblica ammenda in consiglio comunale
promettendo il tempestivo ripristino dell’opera. È interessante leggere le
parole di Avesani riportate nella trascrizione della seduta di consiglio del 16
novembre 2009: «(…) tale
rimozione è stata una decisione frettolosa motivata dalla non conoscenza e del
valore artistico dell’opera e del contesto del quale essa è frutto». Ecco
la trascrizione integrale della discussione:
L’assessore Alloro, in realtà,
nulla sapeva dell’intenzione di rimuovere l’opera d’arte; anzi, appresa la
notizia aveva minacciato per iscritto di rassegnare le proprie dimissioni
dall’incarico qualora essa non fosse stata subito ripristinata, né mai si è
prestato ad accompagnare la signora Bedeschi nei giri “turistici” per il paese
ai quali accenna il sindaco, che assunse invece quel ruolo personalmente.
Ciò mentre il vicesindaco e
assessore ai Lavori Pubblici, responsabile politico dei lavori che avevano
causato la rimozione dell’opera d’arte, si assentava dalla seduta del Consiglio
proprio per il tempo necessario alla discussione dell’interpellanza. Una
coincidenza, naturalmente.
Comunque, a dispetto dei
tentativi di Avesani, l’artista decise che la “V verde” andava rimessa “dov’era
e com’era”. Sembrava tutto semplice, ma – come vedremo – la storia è ancora
lunga, perché l’amministrazione alzò sulla questione un vero e proprio muro di
gomma fatto di rimpalli tra sindaco, assessore ai Lavori Pubblici e l’ufficio
competente.
Dalla promessa in consiglio
comunale del 16 novembre 2009 bisogna arrivare al 21 gennaio 2011 (tredici mesi
dopo!) perché la Giunta, con delibera n° 11, allo scopo di «provvedere per rispetto dell’artista, per
abbellire la facciata e per ricreare il gradevolissimo effetto visivo del neon
acceso nelle ore serali» invitasse il responsabile dell’Ufficio Patrimonio
ad attivarsi per la riproduzione e la riallocazione dell’opera artistica «ammaloratasi nello smontaggio».
Da allora sono passati altri tredici
mesi e la facciata della biblioteca comunale è ancora spoglia della scultura
luminosa, nonostante la stessa signora Bedeschi ci abbia informati personalmente
di aver scritto, nel frattempo, una vibrante lettera di protesta al Comune per
i tiraemolla del sindaco e dell’assessore Castagna.
Ventisei mesi non sono bastati ad
Avesani per mantenere la promessa fatta all’artista, al Consiglio comunale e
alla comunità di San Martino.
E siamo ad oggi. O meglio: al
consiglio comunale di stasera.
Nel frattempo, il percorso
artistico di Manuela Bedeschi l’ha portata a realizzare installazioni in altri
importanti siti culturali veneti, tra i quali, a Vicenza, Casa Gallo e la
biblioteca La Vigna, nell’ambito di iniziative condivise da importanti Enti
pubblici e privati.
E pensare che noi Sammartinesi avevamo la prima opera di questo ciclo!
Ma forse a qualcuno non piaceva…
Siamo curiosi di sentire cosa
risponderà il sindaco Avesani all’interpellanza di Lonardi.
Seguiteci: vi terremo informati.
(15/03/2012)