venerdì 30 marzo 2012

San Martino Buon Albergo: i moderati si schierano con Daniele Grandi


Le forze del centro si schierano al fianco di Daniele Grandi per offrire ai Sammartinesi una valida alternativa per i prossimi cinque anni.
Il gruppo "Al Centro San Martino" e la Lista Civica “Storica” hanno scelto di appoggiare il candidato sindaco scelto con le elezioni primarie del dicembre scorso.
"Al Centro San Martino", gruppo guidato da Roberto Alloro, Giovanni Galvani e Giacomo Ugliano, fin dai primi passi si è presentato come compagine di moderati alternativa all’esperienza guidata da Avesani.
"Crediamo – dice Roberto Alloro – che i moderati anche a San Martino cerchino un gruppo di riferimento, stanchi della politica di annunci di questi ultimi anni e soprattutto di questi giorni. L’accordo con Grandi è il frutto di un dialogo avviato da alcuni mesi: condividiamo i punti salienti del programma di governo e il metodo di lavoro, ossia la partecipazione e non la decisione dell’uomo solo al comando. I temi che portiamo in questa coalizione – continua – sono quelli dell’attenzione ai residenti, dei progetti realizzabili ed una seria riflessione sul tema urbanistico. Parlare di vivibilità – conclude – non è un tema astratto: valorizzare le piazze, i punti di aggregazione, i luoghi dell’incontro significa costruire il senso di appartenenza ad una comunità. Temi che investono tanti aspetti di una politica attenta ai bisogni della collettività".
Giovanni Galvani pone l’accento sul contenimento delle spese: “In piena crisi economica Avesani avrebbe fatto meglio, invece di spendere decine di migliaia di euro in propaganda elettorale con i soldi dei contribuenti, a contenere le tariffe per i servizi indispensabili alle giovani famiglie. Noi ci impegneremo per offrire servizi con orari che facilitino la vita dei genitori che lavorano”.
Giacomo Ugliano sottolinea l’importanza del processo partecipativo tipico del mondo dell’associazionismo e del volontariato a cui appartengono tutti i candidati consiglieri di “Al Centro San Martino”: “Vogliamo portare questa impostazione anche nel campo delle scelte amministrative, per dare un ruolo più incisivo ai cittadini che vogliono rivestire un ruolo attivo nella gestione della cosa pubblica per restituire voce alle associazioni e ai comitati mortificati e svuotati di significato da Avesani e dalla sua giunta”.
La Lista Civica Storica annuncia la scelta di stare con Grandi perché delusa dalle mancate promesse dell’amministrazione guidata da Avesani e De Santi, a cui 5 anni fa aveva dato fiducia, soprattutto per quanto concerne la lotta alla cementificazione selvaggia. Il candidato consigliere del gruppo è Cesare Marogna, che ribadisce: “Bisogna rallentare la corsa al mattone che anche in questi ultimi cinque anni l’ha fatta da padrone e ripristinare uno strumento indispensabile di controllo e partecipazione qual è la commissione edilizia soppressa dall’amministrazione Avesani”.
A pochi giorni dalla presentazione ufficiale delle liste Grandi amplia in modo significativo la sua base di riferimento che già contava sull’appoggio del Pd, del Psi, dell’IDV e dell’associazione 37036.
"Sono orgoglioso – commenta il candidato sindaco Grandi – che i gruppi rappresentativi del centro abbiano scelto di unirsi a noi. Il loro apporto, le loro culture di riferimento, potranno essere un indispensabile aiuto per capire a fondo le esigenze di una collettività variegata e complessa com’è quella che vorremmo amministrare".

mercoledì 28 marzo 2012

Scuola: il futuro e la memoria

Anche "Al Centro San Martino" intende dare il proprio contributo alle iniziative collegate alla nascita del polo scolastico unico a San Martino Buon Albergo e il presidente della nostra associazione, Roberto Alloro, è stato chiamato a far parte - a titolo personale - del gruppo di lavoro.
Tra le diverse proposte che stanno prendendo forma, ci fa piacere segnalare questa interessante raccolta di materiali e di ricordi.
Rovistiamo nelle soffitte e nella memoria: certamente scoveremo qualcosa di bello e di interessante da condividere con tutti i Sammartinesi!



mercoledì 21 marzo 2012

"Avesani e l'arte del faremo"

Da qualche giorno gira per San Martino un sagace pamphlet - ricavato da materiali pubblicati sul nostro blog - dedicato alla vergognosa vicenda dell'opera d'arte donata alla nostra comunità che Avesani, De Santi & C. hanno deciso di far sparire.
Ne abbiamo trovata una copia, l'abbiamo scannerizzata (o scansionata, o scandita - come preferite) e la mettiamo a disposizione di chiunque voglia leggerlo.





















venerdì 16 marzo 2012

EL TACÓN L’È PÈSO DEL BUSO. Il sindaco Avesani risponde in Consiglio comunale all’interpellanza sull’opera d’arte rimossa

Ai nostri affezionati e curiosi lettori, reduci da una notte insonne per la curiosità di conoscere quale sia il destino che il signor Avesani ha riservato all'installazione di Manuela Bedeschi un tempo collocata sulla facciata della biblioteca comunale Don Lorenzo Milani di San Martino Buon Albergo, siamo in grado ci fornire un resoconto della discussione avvenuta ieri sera in Consiglio comunale.
In attesa della trascrizione ufficiale, che sarà resa pubblica tra qualche settimana, ci affidiamo alla memoria dei nostri inviati.
Dopo la lettura dell'interpellanza da parte del consigliere Lonardi, prende la parola il sindaco e, come sempre, ci prova a stupire tutti con effetti speciali.
Qualcuno pensa forse che lui se ne sia dimenticato, dell'installazione Bedeschi? Certo che no (ebbene sì, lo ammettiamo: dopo ventisei mesi di tiraemolla il sospetto che cercasse - almeno - di dimenticarsene ci era venuto). Il problema (perché adesso si scopre che c'è un problema) è che il bene non è parte dell'inventario comunale (càspita! gli ci sono voluti due anni e mezzo per accorgersene). E quindi non è coperto da assicurazione.
Come può lui, sindaco oculato nella gestione delle finanze comunali come un buon padre di famiglia, spendere poco meno di duemila euro (diconsi meno di duemila euro iva compresa) per ricollocare l’opera al suo posto? In questo momento di crisi la cosa non s’ha da fare. Ma, rassicura subito tutti, non è detto che in futuro non venga fatta.
Ci prova, il consigliere Lonardi, a far notare che forse anche altri beni non sono iscritti nell’inventario. Ad esempio – dice – il monumento ai Caduti è iscritto o no? Perché se non dovesse essere iscritto, in caso di danni non sarà possibile intervenire e saremo costretti a lasciarlo rovinato.
A questo punto, però, esaurito il rigido schema domanda-risposta-breve replica imposto dal regolamento del Consiglio comunale in tema di interpellanze, si passa ad altro. Fine delle trasmissioni.
E l’installazione Bedeschi? Se il nostro demiurgo vorrà, forse, un giorno, semmai, verificandosi le circostanze, non è escluso che. Insomma, Avesani prende ancora tempo riproponendo il leit-motiv della sua amministrazione: faremo, faremo, faremo. In questo caso specifico declinato nel caso del futuro ipotetico: forse faremo.
Come dargli torto? Il momento è difficile, i soldi sono preziosi.
Sarà per questo che le case dei Sammartinesi sono inondate di giornalini comunali pagati, quelli sì, con i preziosi soldi della comunità.
Sarà per questo che il paese è tappezzato di manifesti e banner sull’inagurazione della piscina di carta pagati con i preziosi soldi della comunità, pensati da comunicatori profumatamente pagati con i preziosi soldi della comunità, stampati da tipografie pagate con i preziosi soldi della comunità, distribuiti da persone pagate con i preziosi soldi della comunità.
Un mare di carta, pagata da noi contribuenti, per raccontare i mirabolanti progetti di Avesani e della sua squadra per i prossimi 5 anni. «Ciò che faremo… ..e faremo… ..remo…». Parole così vuote che si sente perfino l’eco.
Ecco svelata, finalmente, la brillante idea del nostro sindaco per far girare l’economia del Paese: l’indotto della sua campagna elettorale. Pagata dai contribuenti, certo, ma è un dettaglio. Qualcuno ne parli a Monti e a Passera: magari non ci avevano pensato.
I fuochi d’artificio di Avesani sembrano davvero sottocosto, oramai. Siamo alle svendite finali.
E intanto un bene della comunità, donato alla comunità, espressamente accettato dai rappresentanti della comunità, rimane (danneggiato) dei depositi comunali. Monumento piccolo ma significativo, di un modo arrogante di gestire la cosa pubblica.

giovedì 15 marzo 2012

L’AMMINISTRAZIONE DEL FARE… DANNI. UN CASO ESEMPLARE DI CATTIVA AMMINISTRAZIONE E DI PROMESSE NON MANTENUTE


La storia che vi raccontiamo oggi prende spunto da una delle interpellanze che sono state presentate in vista del Consiglio comunale di stasera.

L’autore dell’interpellanza è il consigliere Mario Lonardi e riguarda un’opera d’arte appartenente al patrimonio pubblico. Ne riportiamo il testo qui sotto:

Oggetto: interpellanza sulla rimozione della installazione luminosa posta sulla facciata della biblioteca comunale.

Il sottoscritto Mario Lonardi del gruppo “ Uniti per S.Martino “, in merito a quanto già richiesto ripetutamente sia in Consiglio Comunale che direttamente agli Assessori competenti, circa la rimozione della installazione luminosa posta sulla facciata della biblioteca comunale, e con riferimento alle assicurazioni ricevute per un suo ripristino,

rileva che non sono stati onorati, a tutt’oggi, gli impegni assunti da questa amministrazione per il ripristino dell’opera;

pur ammettendo che tale mancata promessa non è certamente la omissione più grave di quelle imputabili a questa amministrazione, ritiene che sia significativa proprio per la sua caratteristica simbolica: una promessa “semplice” e molto visibile che, non rispettata, rivela l’inefficacia dell’azione amministrativa in modo palese.

considerando particolarmente grave la rimozione ingiustificata di una opera artistica pubblica che contribuiva alla immagine della Piazza e, attraverso la memoria delle iniziative culturali svolte, al senso comune del nostro paese; 

chiede

che venga informato il Consiglio Comunale circa le motivazioni che non hanno permesso all’amministrazione di ripristinare l’installazione donata al Municipio dalla signora Bedeschi Emanuela dopo una sua mostra ospitata nella rassegna “Itinerarte” presso la nostra biblioteca.

Per capire quali siano gli impegni che secondo Lonardi l’amministrazione non ha onorato bisogna fare un passo indietro. Anzi due. Bisogna tornare al 2007, quando veniva inaugurato “ITINERARTE. Itinerari diversi nell’arte contemporanea”, un progetto promosso dall’assessorato alla Cultura che univa varie forme di espressione artistica contemporanea (musica, teatro, video-arte, incisioni, installazioni).

Una sezione del progetto, dal titolo “Itinerari diversi”, prevedeva otto interventi di altrettanti artisti (Manuela Bedeschi, Giuliano Guatta, Adama Guéye, Donata Lazzarini, Igino Legnaghi, Andrea Masotto, Bruno Muzzolini e Ugo Tonello) in altrettanti punti del paese, che diventò - dal 20 maggio al 16 giugno – un vero e proprio museo all’aperto.

Manuela Bedeschi, in particolare, aveva realizzato per la facciata della biblioteca comunale Don Lorenzo Milani una installazione ispirata alla interazione tra spazi pubblici, arte e luce.

  
Al temine della mostra, stimolati anche dagli apprezzamenti ricevuti, l’artista e lo sponsor che aveva finanziato l’opera vollero donarla ai Sammartinesi. L’amministrazione comunale, nella persona dell’assessore Roberto Brangian, accettò formalmente il dono e acquisì l’installazione al patrimonio pubblico.
Fu uno degli ultimi atti dell’amministrazione Lonardi, che non venne confermata alle elezioni amministrative di fine maggio 2007.

Il 9 novembre 2009 Lonardi presentava una prima interpellanza sul tema:

Oggetto : interpellanza sulla rimozione della installazione luminosa posta sulla facciata della biblioteca comunale.

Il sottoscritto Mario Lonardi del gruppo “ Uniti per S.Martino “, dopo la segnalazione di molti concittadini che hanno verificato la rimozione della installazione luminosa posta sulla facciata della biblioteca comunale, ed avendo chiesto informazioni sullo stato delle cose all’assessore Alloro che è sembrato a sua volta stupito e non informato dei motivi della rimozione,
e con riferimento alle assicurazioni ricevute per un suo ripristino,

chiede

che venga informato il Consiglio Comunale circa le motivazioni che hanno indotto l’amministrazione a rimuovere l’installazione donata al Municipio dalla signora Bedeschi Emanuela dopo una sua mostra ospitata nella rassegna “Itinerarte” presso la nostra biblioteca.

Erano giorni in cui gli occhi dell’opinione pubblica erano particolarmente attenti al mondo dell’arte contemporanea a causa della clamorosa rimozione di un’opera di Facheris posizionata in via Mazzini a Verona, portata in discarica come rifiuto ingombrante da ignari operatori dell’Amia. Un caso assai imbarazzante finito sui giornali e in tv ed aveva chiamato in causa direttamente l’amministrazione comunale cittadina.

Di qui il caldo consiglio rivolto al sindaco dall’assessore Alloro di fare pubblica ammenda in consiglio comunale promettendo il tempestivo ripristino dell’opera. È interessante leggere le parole di Avesani riportate nella trascrizione della seduta di consiglio del 16 novembre 2009: «(…) tale rimozione è stata una decisione frettolosa motivata dalla non conoscenza e del valore artistico dell’opera e del contesto del quale essa è frutto». Ecco la trascrizione integrale della discussione:


 L’assessore Alloro, in realtà, nulla sapeva dell’intenzione di rimuovere l’opera d’arte; anzi, appresa la notizia aveva minacciato per iscritto di rassegnare le proprie dimissioni dall’incarico qualora essa non fosse stata subito ripristinata, né mai si è prestato ad accompagnare la signora Bedeschi nei giri “turistici” per il paese ai quali accenna il sindaco, che assunse invece quel ruolo personalmente.

Ciò mentre il vicesindaco e assessore ai Lavori Pubblici, responsabile politico dei lavori che avevano causato la rimozione dell’opera d’arte, si assentava dalla seduta del Consiglio proprio per il tempo necessario alla discussione dell’interpellanza. Una coincidenza, naturalmente.

Comunque, a dispetto dei tentativi di Avesani, l’artista decise che la “V verde” andava rimessa “dov’era e com’era”. Sembrava tutto semplice, ma – come vedremo – la storia è ancora lunga, perché l’amministrazione alzò sulla questione un vero e proprio muro di gomma fatto di rimpalli tra sindaco, assessore ai Lavori Pubblici e l’ufficio competente.

Dalla promessa in consiglio comunale del 16 novembre 2009 bisogna arrivare al 21 gennaio 2011 (tredici mesi dopo!) perché la Giunta, con delibera n° 11, allo scopo di «provvedere per rispetto dell’artista, per abbellire la facciata e per ricreare il gradevolissimo effetto visivo del neon acceso nelle ore serali» invitasse il responsabile dell’Ufficio Patrimonio ad attivarsi per la riproduzione e la riallocazione dell’opera artistica «ammaloratasi nello smontaggio».

Da allora sono passati altri tredici mesi e la facciata della biblioteca comunale è ancora spoglia della scultura luminosa, nonostante la stessa signora Bedeschi ci abbia informati personalmente di aver scritto, nel frattempo, una vibrante lettera di protesta al Comune per i tiraemolla del sindaco e dell’assessore Castagna.
Ventisei mesi non sono bastati ad Avesani per mantenere la promessa fatta all’artista, al Consiglio comunale e alla comunità di San Martino.

E siamo ad oggi. O meglio: al consiglio comunale di stasera.

Nel frattempo, il percorso artistico di Manuela Bedeschi l’ha portata a realizzare installazioni in altri importanti siti culturali veneti, tra i quali, a Vicenza, Casa Gallo e la biblioteca La Vigna, nell’ambito di iniziative condivise da importanti Enti pubblici e privati.

E pensare che noi Sammartinesi avevamo la prima opera di questo ciclo! Ma forse a qualcuno non piaceva…
Siamo curiosi di sentire cosa risponderà il sindaco Avesani all’interpellanza di Lonardi.
Seguiteci: vi terremo informati.

(15/03/2012)