martedì 31 luglio 2012

"Come sono andato?" "Una figura di m...."

"Come sono andato?" "Una figura di m....". Ripensando a quanto visto e sentito lunedì 30 luglio in Consiglio Comunale torna proprio in mente il raffinato interloquire tra l'ex dg RAI Di Masi e il faccendiere Bisignani subito dopo l'intervento in diretta del primo alla trasmissione Annozero di Michele Santoro.

Non contenti di amministrare a San Martino Buon Albergo, Avesani e De Santi vogliono dettar legge anche in casa altrui chiedendo al Governo di inviare l'Esercito a piantar tende e installare ospedali da campo nelle zone terremotate.
Peccato che di tale soluzione i Sindaci interessati non abbiano bisogno e non ne vogliano sentir parlare.
Ma Avesani non si ferma: ha deciso che così deve essere (perché lui "sa" e l'altro "c'è stato") e carica a testa bassa, coinvolgendo nella bella impresa anche gli altri Sindaci della provincia, con il rischio che facciano anch'essi la figuraccia che hanno fatto lui e De Santi lunedì sera.

Particolare menzione merita anche il Presidente del Consiglio Comunale Giulio Furlani il quale, a nostro avviso dimentico del ruolo di garanzia che gli è affidato, da esercitare "con imparzialità ed equità" (art. 9 del Regolamento Comunale), è corso più volte in aiuto del primo cittadino nell'inutile tentativo di salvarlo dalle pànie in cui questi si era cacciato con tanta buona volontà. Così, prima ha bollato come troppo teatrale l'intervento del consigliere di minoranza Roberto Alloro, poi ha sostenuto che la mozione - per quanto magari effettivamente forse non rispettasse in senso stretto il Regolamento - non andava intesa nel senso letterale bensì come tentativo di riportare l'attenzione dell'opinione pubblica su una tragedia che altrimenti rischia bla bla bla.
Il tutto mentre cadevano nel vuoto i pressanti appelli che gli venivano rivolti dai banchi della minoranza di far cessare le interruzioni e gli sghignazzi indecorosi con cui Avesani e De Santi - evidentemente a corto di altri argomenti - accompagnavano i legittimi interventi dei consiglieri della Lista Grandi. I quali, fino a quando la Costituzione lo garantirà, hanno diritto di pensarla in modo diverso da come la pensa il Sindaco. Il pubblico presente in sala - per fortuna più numeroso del solito - è buon testimone.
La presenza delle telecamere e la diffusione in streaming potrebbero avere una valida funzione deterrente rispetto a comportamenti di tale risma. Ma forse è proprio per questo che Avesani & C. non pubblicano nemmeno la registrazione audio della seduta. Meglio che gli abitanti di San Martino non sappiano, non vedano, non odano e certe cose magari nemmeno si discutano. Si vota e via: 11 contro 5 e pedalare. Questa è la democrazia secondo Avesani.

In Consiglio, dicevamo, stavolta ne abbiamo sentite davvero di tutti i colori. Abbiamo già presentato richiesta di accesso agli atti per ottenere la registrazione della seduta e, non appena ci verrà messa a disposizione, vi daremo conto delle perle di saggezza, di sentimenti democratici e di senso delle Istituzioni dei nostri amministratori.
Per adesso, accontentatevi di leggere la mozione presentata dal sindaco e l'intervento del consigliere Alloro a nome dell'intero gruppo consiliare Lista Grandi.




Intervento e dichiarazione di voto

Signor Presidente,

l’amministrazione guidata dal sindaco Avesani ci sta chiamando, purtroppo, a discutere mozioni prive di significato concreto oppure contraddittorie rispetto alla propria azione amministrativa.
Mi riferisco, ad esempio, alla mozione a favore dell’ente teatrale regionale Arteven discussa nello scorso Consiglio Comunale: mozione presentata dall’assessore alla Cultura con la quale si intendeva sollecitare la Giunta Regionale a non decurtare i fondi destinati a quell’ente (e quindi alla Cultura) proprio mentre l’amministrazione si accingeva, nella stessa seduta di Consiglio, a tagliare ben 66mila euro al Settore Servizi Culturali. Mozione sulla quale – con un limpido esempio di unità e identità di vedute tra componenti della stessa Giunta – il vicesindaco e assessore al Bilancio si è astenuto.
La mozione di oggi è davvero sintomatica del modo sui generis che il Sindaco Avesani ha di intendere le mozioni.
Il proponente della mozione è lo stesso signor Sindaco, come si legge sul testo della medesima: Ufficio: SINDACO.
Un richiamo al Regolamento, signor Presidente Furlani, non guasta: art. 79: “La mozione consiste in una proposta al Consiglio comunale riferita all’esercizio delle funzioni di indirizzo e controllo politico-amministrativo (…) nell’ambito dell’attività del Comune e degli enti od organismi allo stesso appartenenti od ai quali esso partecipa”. Ripeto: “nell’ambito dell’attività del Comune”.
È chiaramente questo il caso: si vorrebbe che il Consiglio Comunale di San Martino pungolasse il Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana indicando il modo più opportuno di gestire le emergenze da grandi calamità naturali. Quanto la mozione in delibera sia pertinente alle attività del Comune e quindi rispettosa del Regolamento è evidente a tutti. Mi chiedo, signor Presidente del Consiglio, qual è la sua posizione in merito e su quanti altri esorbitanti temi dovremo  intrattenerci in futuro prima di un suo autorevole intervento nel senso di un più appropriato ricorso alla categoria della mozione.
Ma passiamo ora al merito della mozione presentata dal Sindaco.
Il Sindaco chiede al Consiglio Comunale di votare una delibera che impegni il Sindaco (cioè egli stesso) e la propria Giunta ad intervenire presso il Governo per convincerlo ad inviare l’Esercito nelle zone colpite dal sisma per (e qui cito testualmente) «installare tende da campo refrigerate e riscaldate e realizzare a breve ospedali da campo funzionati con medici e cucine».
Una perla, questa precisazione: gli ospedali da campo, i medici e e le cucine devono essere funzionanti, non finti. Non faccia il furbo, presidente Monti. Che non ci tocchi vedere ospedali giocattolo, medici fatti con i manichini del centro commerciale e cucine da casa delle bambole!
Non leggo tra le premesse alcun riferimento ad una eventuale analoga iniziativa da parte dei Sindaci delle zone interessate, Sindaci ai quali è affidata precipuamente la tutela della salute delle proprie comunità, né ho letto o sentito alcuna notizia in merito.
Non mi risulta, in altre parole, che qualche Sindaco di paese terremotato abbia chiesto l’invio dell’Esercito per gli scopi di cui si parla nella mozione, né che i Sindaci di quelle terre abbiano chiesto agli altri Comuni italiani di fare opera di persuasione verso un Governo recalcitrante ad adottare questa decisione.
Alla gestione delle emergenze da calamità naturale sono chiamati fior fiore di Enti e di organi dello Stato, deputati ad intervenire per provvedere alle necessità delle popolazioni colpite.
Abbiamo troppo rispetto per il ruolo e la competenza di ciascuno di questi Enti e organi dello Stato per immaginare che a nessuno di essi, né al Governo, né ai Ministri, né alla Protezione Civile nazionale e locale, né alla Regione Emilia Romagna, né alle Province, né ai Comuni interessati, sia sfuggita la necessità di provvedere all’installazione di tende confortevoli o di ospedali e cucine da campo qualora tale esigenza si fosse effettivamente verificata.
Ad ogni buon conto, ho personalmente contattato prima il Centro Operativo Comunale del Comune di Cavezzo citato nella mozione e poi direttamente l’Amministrazione comunale di Cavezzo nella persona dell’assessore Maria Cristina Ferraguti.
All’assessore Ferraguti ho riferito della mozione che stiamo discutendo chiedendole se il Comune di Cavezzo abbia chiesto l'intervento dell'Esercito per le finalità indicate, per capire, semmai fosse il caso, se l'iniziativa del sindaco di San Martino Buon Albergo sia stata concepita per supportare una analoga istanza avanzata dai Comuni colpiti dal sisma.
Ebbene, dopo una lunga, puntuale e molto cortese panoramica sui piani di rientro nelle proprie abitazioni della cittadinanza ancora ospitata in alloggi temporanei, l'assessore Ferraguti ha tassativamente escluso che la Giunta o il Sindaco di Cavezzo abbiano mai discusso né tantomeno chiesto l'intervento dell'Esercito per l'installazione di tende od ospedali da campo. Mi ha anticipato, anzi, che avrebbe informato il Sindaco di questa iniziativa che in qualche modo li riguarda a loro insaputa e senza il loro assenso.
Viceversa, signor Presidente, corrono sul web lodevoli iniziative di solidarietà che mostrano le amministrazioni comunali dell’Emilia Romagna impegnate ad assicurare alla propria gente luoghi di aggregazione atti ad ospitare iniziative di carattere culturale. Amministratori illuminati, cioè, che hanno capito che assicurare vitto e alloggio dignitosi e sicuri non basta, che subito dopo serve anche provvedere - per la tenuta del corpo sociale - quello specialissimo cibo per l’anima che è la cultura declinata in tutte le sue discipline: musica, teatro, danza, cinema, biblioteche. Garantire un teatro alla propria comunità: di questo si preoccupa il sindaco di Pegognaga , non di chiedere l’invio dell’Esercito. Garantire una nuova sede alla Biblioteca Comunale: di questo si preoccupa il sindaco di Cavezzo, non di chiedere l’invio dell’Esercito.
E semmai l’Esercito dovesse essere impiegato per le finalità indicate nella mozione, ossia per installare tende refrigerate e riscaldate o ospedali da campo funzionati con medici e cucine mi aspetto e mi auguro – come cittadino italiano - che tale opportunità emerga e venga valutata nelle sedi appropriate, senza attendere il “cicchetto” estemporaneo del Sindaco del Comune di San Martino Buon Albergo.
Ho l’impressione, piuttosto, che la mozione ora in discussione – a nostro avviso, ribadisco, del tutto priva di qualsiasi significato pratico – se non è frutto di superficialità possa essere ispirata da un fine più concreto e assai meno nobile, ossia quello di richiamare un po’ di attenzione mediatica sul sindaco Avesani.
E questa impressione è rafforzata dall’intenzione, esplicitata in premesse e ribadita poco fa a voce dal Sindaco, di diffondere la mozione «a tutti i Comuni veronesi affinché venga adottato un atto analogo, sì da sensibilizzare a gran voce il Governo ad intervenire».
Già mi immagino i titoli che rischiamo di leggere tra qualche giorno: «Parte da San Martino Buon Albergo l’appello a Monti. Avesani: “in Emilia Romagna serve l’Esercito”». Segue articoletto di rito con foto del sindaco. E tutto finisce lì. Una comparsata, insomma.
Ma così facendo – ed è questo il vero scopo del diversivo di cui stiamo discutendo - si distoglie l’attenzione dell’opinione pubblica dalle manovre concretissime che la Giunta sta compiendo in materia di dotazione organica, con la creazione di incarichi dirigenziali assolutamente superflui proprio nel momento in cui il Governo chiede il taglio del 20% dei dirigenti pubblici e l’ingiustificata mortificazione economica e professionale di alcuni funzionari stimati da tutti ma forse percepiti come “non allineati” dalla vostra Amministrazione.
Il solito fumo negli occhi, insomma. La solita propaganda che il sindaco Avesani e la sua Giunta vogliono ammannire ai Sammartinesi e nella quale non intendiamo avere alcun ruolo.
Per quanto ci riguarda, se il sindaco ha voglia di scrivere la letterina a Monti la può scrivere direttamente, assumendosene in toto la responsabilità e senza coinvolgere in modo strumentale il Consiglio Comunale.
Per i motivi che ho appena esposto, signor Presidente, noi Consiglieri della Lista Grandi esprimeremo VOTO CONTRARIO alla mozione in delibera.
Grazie.


lunedì 16 luglio 2012

Dirigenti, intuitus personae e spoil system

Continua a tappe forzate l'inarrestabile marcia di Avesani verso l'investitura del proprio Dirigente di fiducia.
Dopo l'approvazione in Consiglio Comunale (con i voti favorevoli della sola maggioranza) della modifica dei "criteri generali per l'adozione dei regolamenti sull'ordinamento degli uffici e dei servizi", ossia la possibilità di modificare l'organigramma degli uffici comunali, l'obiettivo sta per essere portato a casa con innegabile rapidità.
La cosa non stupisce. Già prima delle elezioni amministrative dello scorso maggio circolava voce che, in caso di riconferma dell'amministrazione uscente, uno dei primi atti sarebbe stata la nomina a dirigente di una certa persona fedelissima ad Avesani e già protagonista di una fulminea carriera nel primo mandato. Avesani ha vinto e quindi... via col lissio.
Rubricata alla voce "non ci crede nessuno" la manfrina andata in scena nella seduta consiliare di insediamento del 21 maggio (rileggete il post del 22 maggio), la pratica prosegue velocemente e senza intoppi.
Le meditazioni zen di Avesani  e De Santi sono durate pochissimo, in pratica il tempo tecnico di stesura degli atti. Con delibera n. 112 dell'8 giugno la Giunta ha approvato il nuovo Regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi e con delibera n. 124 del 29 giugno ha modificato la pianta organica creando, al di sopra dei Settori e degli Uffici, tre Aree (Amministrativa, Economico-Finanziaria e Tecnica) al cui vertice - ça va sans dire - sono previsti altrettanti Dirigenti.
Il bilancio comunale e i vincoli legislativi non permettono di ricoprire tutti e tre i posti, al massimo uno? Pazienza, vada per uno. Quello che interessa davvero, naturalmente. Quale sarà? Indovina indovinello.
Il 6 luglio, con delibera n. 137, la Giunta fa un ulteriore passo avanti nella riorganizzazione della struttura operativo-gestionale del Comune, considerata "di particolare rilevanza per la realizzazione del proprio mandato politico-amministrativo".
La lettura dell'atto susciterebbe perfino una certa ilarità, non fosse che si tratta di amministrazione della cosa pubblica. Dopo aver modificato la pianta organica e creato le Aree, sindaco e assessori si scoprono determinati a "a non lasciare scoperta la posizione di responsabilità al vertice dell'Area Amministrativa". Ma va!?
Nell'impossibilità di assumere una persona a tempo indeterminato, per l'affidamento delle funzioni dirigenziali il Comune si "rassegna" ad avvalersi di professionalità interne con contratto di lavoro a tempo determinato.
Il Sindaco, perciò, "provvederà in via d'urgenza a incaricare all'interno dell'Ente un dipendente, con elevata esperienza culturale e professionale maturata in materia, al quale affidare intuitu personae, un incarico di funzioni dirigenziali, temporaneo, nell'intento di portare a compimento gli obiettivi prefissati relativamente all'Area Amministrativa".
E come avverrà la selezione tra coloro che aspireranno a ricoprire l'appetitoso posticino? La scelta spetta al Sindaco.
La delibera, infatti, spiega che "al fine di assicurare la trasparenza nel conferimento dell'incarico, va attivata apposita procedura comparativa dei curricula" ma che "è fatta salva la natura intuitu personae dell'incarico e quindi tenere conto anche del necessario aspetto fiduciario che l'incarico contempla". Tutto chiaro.
I requisiti non sono granché selettivi. Per partecipare a questa sorta di beauty contest è necessario il "possesso del diploma di laurea e/o di adeguate professionalità, capacità e attitudini". Insomma, se si ha una buona dose di intuitus personae il titolo di studio è un optional.
E quanto all'aspetto economico? Ovviamente da dirigente: trattamento tabellare, retribuzione di posizione annua per tredici mensilità, retribuzione di risultato più "una eventuale indennità ad personam la cui definizione è demandata al Sindaco".
La delibera si chiude con l'incarico al Responsabile del Settore Risorse Umane di indire avviso di selezione interno.
Piatto ricco mi ci ficco, vorrebbe da dire. Unico neo: il contratto scade con la scadenza del mandato di Avesani, quindi maggio 2017. E' la legge dello spoil system: scegli chi vuoi tu, ma quando vai a casa tu va a casa anche lui. Nel nostro caso, trattandosi di un interno, male che vada tornerà a fare quello che faceva prima.
Crediamo che non siano pochi i dipendenti comunali in possesso dei requisiti sopra enunciati.
Ma quanti saranno coloro che avranno il coraggio di sfidare l'ordalia dell'intuitus personae e (Dio non voglia) mettere in imbarazzo il primo cittadino costringendolo ad assumersi almeno la responsabilità di scegliere tra più candidati? Più facile che di concorrenti ce ne sia uno solo e che il sindaco non abbia nemmeno questo fastidioso incomodo. Stiamo a vedere.
In ogni caso, bella invenzione l'intuitus personae.

Post scriptum. Per coloro che desiderano saperne di più sulla locuzione latina intuitus personae (alla faccia della semplificazione amministrativa!) rimandiamo alle spiegazioni di Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Intuitu_personae).

martedì 10 luglio 2012

San Martino: fantasia (e buona volontà) al potere


Nel nostro paese ci sono tante persone di buona volontà disposte a sacrificare parte del proprio tempo libero per attività non retribuite a vantaggio di tutti. Non è una novità. Basta guardare alle molte associazioni di volontariato attive nel nostro territorio negli ambiti più disparati.
La novità è che da noi abbiamo inaugurato il volontariato nell'amministrazione della cosa pubblica. Non sei stato eletto? La tua legittima ambizione di diventare amministratore pubblico è stata mortificata e destinata ad attendere il prossimo giro, tra cinque lunghi anni? Non c'è problema. A San Martino siamo forti in fatto di idee innovative. Idee fan-ta-sti-che, che molti si precipitano a copiare e che, non per niente, stiamo pensando di brevettare. Idee, soprattutto, che ci procurano un po' di visibilità su giornali e giornaletti.
San Martino Buon Albergo è la prova provata, caro presidente Monti, che i consigli di amministrazione delle municipalizzate non sono – come si dice in giro – la panchina (remunerata) dei politici trombati, ma un’autentica riserva di energia gratuita che nemmeno la cancellazione per legge delle indennità riesce a scalfire.
Infatti, nonostante i prescelti non mettano in tasca più nemmeno un euro, il sindaco Avesani, lo scorso 22 giugno, ha nominato il nuovo consiglio di amministrazione dell’Istituzione Servizi al Cittadino, in cui compaiono un paio di candidati consiglieri comunali della lista di Avesani in quota Lega Nord risultati non eletti (Montoli e Meneghello) e il segretario locale dell'UDC Benesso, che ha lasciato al leghista Bogoncelli (altro candidato consigliere comunale non eletto) la poltrona (remunerata) di presidente del consiglio di amministrazione dell'altra municipalizzata, l'Archimede Servizi .
Secondo noi si è persa una buona occasione per eliminare un ente - l'Istituzione - che non ha più alcun senso di esistere e le cui attività possono tranquillamente ritornare in seno al Settore Servizi Sociali e Istruzione del Comune, come è stato fatto tempo fa per il Settore Servizi Culturali su richiesta dell'assessore alla Cultura Roberto Alloro.
A chi o a che cosa serva un consiglio di amministrazione che, di fatto, non decide nulla ma ratifica le decisioni già prese dalla Giunta e dall'assessore competente, rimane un mistero.
Non è un mistero, invece, ma sono cose a cui non si fa pubblicità, che mantenere in piedi l'ISAC costa comunque parecchie migliaia di euro all'anno in indennità aggiuntive corrisposte ai funzionari del Comune chiamati a lavorare per conto di un ente formalmente terzo rispetto al Comune stesso. Soldi che si sarebbero potuti risparmiare a vantaggio, magari, dei bambini in difficoltà seguiti dal Centro Aperto Giovanni Paolo II.
E questa è una.
L'altra, invece, è questa.
Per il raggiungimento dei propri ambiziosi obiettivi programmatici in materia di sport, attività ludiche e turismo visitazionale (c’è anche un turismo non visitazionale, di gran moda in tempi di crisi, che si pratica rimanendo a casa propria) Avesani ritiene che gli uffici comunali non siano sufficienti e che il raggiungimento degli scopi «possa essere favorito dalla collaborazione di privati, che hanno manifestato all’Ente la propria disponibilità ad affiancare il Sindaco e l’intera Amministrazione a titolo gratuito». Una possibilità prevista dalla legge.
Così, con delibera n. 138 del 6 luglio, la Giunta ufficializza «di avvalersi (…) della collaborazione a titolo gratuito dei Sig.ri Amedeo Poddi e Mario Campedelli in materia di sport e dei Sig.ri Silvano Forapan, Emanuele Del Miglio e Andrea Perini in materia di turismo».
Per inciso: Sport e Turismo sono deleghe che il sindaco ha trattenuto per sé; Poddi è stato assessore allo Sport e alle Attività Produttive nel primo mandato Avesani; Perini, già cofondatore e vicepresidente dimissionario di Al Centro San Martino, era candidato consigliere comunale nella lista di Avesani in quota PDL ma non è stato eletto. In pratica, Avesani si è creato uno staff di cinque privati cittadini che dovrebbe affiancare ed integrare quello istituzionale costituito dagli uffici e dagli impiegati comunali.
A scanso di equivoci l’atto precisa che «non vi è alcun inserimento nell’organizzazione dell’Ente; non vi è alcuna subordinazione gerarchica; non vi è nessuna determinazione di orario; non vi è alcuna sottoposizione al potere e controllo da parte dell’Ente». Giustamente, trattandosi di volontariato si dà ciò che si può, senza vincoli o limitazioni.
Insomma, un grande affare per il Comune, che si avvarrà di tali qualificati contributi senza sborsare nulla, semplicemente mettendo a disposizione «l’attività dell’impiegata addetta all’Uffico di staff» (l'errore è nella delibera).
Ci ritornano alla mente le prime dichiarazioni del Sindaco Avesani dopo la conferma elettorale: saremo una Amministrazione di soli eletti. Con questi ultimi movimenti, ci vien da dire, sono stati ripescati e rimessi in circolazione, assieme a qualche altra persona di fiducia, anche tutti quelli che eletti non sono stati. Perché la squadra va tenuta unita.
In attesa di conoscere nel dettaglio le attività nelle quali profonderanno il loro impegno, gli obiettivi prefissati e quelli via via raggiunti, ai nuovi volontari auguriamo buon lavoro.

venerdì 6 luglio 2012

Lettera anonima: una ferita non rimarginata

Riceviamo e volentieri postiamo:

Sono trascorsi quasi due mesi dalle elezioni amministrative a San Martino Buon Albergo. Sono state vinte, come è noto, dal berlusconiano Avesani, dal PDL, dalla Lega Nord e da alcuni pezzi di UDC. Ma su quella vittoria si stende ancora un’ombra di non poco conto.
Pochi giorni prima del voto è  arrivata nelle case di qualche centinaio (o più?) di cittadini, alcuni dei quali defunti da anni,  una lettera anonima, spedita regolarmente per posta, contenente accuse infondate, calunnie e ingiurie, contro Daniele Grandi e la sua Lista. L’obiettivo evidente era quello di delegittimare la persona e la professionalità del principale competitore di Avesani e dei componenti la sua Lista. Tutto condito da una perfetta sintesi di cascame clerico-fascista, di pregiudizi ideologici, di volgarità verdi-padane, di penose allusioni da bettola di infima categoria, di arroganza da destra illiberale.
Considerata la la gravità del fatto e vista la facilità e la rapidità con cui Avesani aveva accesso alle pagine del quotidiano L’Arena, ci si sarebbe aspettati una ferma e pronta condanna da parte del sindaco. Se non altro per distogliere il legittimo sospetto che poteva pesare sulla sua persona che quella indegna vigliaccata, chiaramente e oggettivamente tesa a favorirlo, fosse stata cucinata da gente del suo giro.
La condanna è giunta, ma dopo il voto, sotto forma di tiepido biasimo, nella prima riunione del neo eletto Consiglio comunale, seguita dalla cinica e sbrigativa osservazione che “la campagna elettorale era finita”. E quindi, lasciamo perdere e archiviamo.
Ma è proprio questo il punto. Non ha importanza sapere se quell’anonima (per ora) iniziativa abbia spostato dei voti. Ma certamente non può essere derubricata come un mezzo qualsiasi di propaganda elettorale.
Quella lettera ha infranto regole fondamentali dell’etica civica, della convivenza  sociale, ha disturbato il leale confronto democratico, ha insultato la buona fede dei cittadini, ha lasciato credere che ogni mezzo è lecito pur di vincere. Ha tentato di delegittimare una parte politica concorrente con calunnie e insulti. Senza il coraggio di metterci la faccia.
Come si sa, ogni violazione dei valori comunitari, porta in sé anche la propria sanzione. Coloro che hanno fatto, suggerito, o approvato quella lettera, hanno azzerato la loro credibilità politica.
È interesse di tutti che sia fatta chiarezza, se non altro perché nessun altro in futuro si permetta di fare simili porcherie.

Egidio Zusi