"Come sono andato?" "Una figura di m....". Ripensando a quanto visto e sentito lunedì 30 luglio in Consiglio Comunale torna proprio in mente il raffinato interloquire tra l'ex dg RAI Di Masi e il faccendiere Bisignani subito dopo l'intervento in diretta del primo alla trasmissione Annozero di Michele Santoro.
Non contenti di amministrare a San Martino Buon Albergo, Avesani e De Santi vogliono dettar legge anche in casa altrui chiedendo al Governo di inviare l'Esercito a piantar tende e installare ospedali da campo nelle zone terremotate.
Peccato che di tale soluzione i Sindaci interessati non abbiano bisogno e non ne vogliano sentir parlare.
Ma Avesani non si ferma: ha deciso che così deve essere (perché lui "sa" e l'altro "c'è stato") e carica a testa bassa, coinvolgendo nella bella impresa anche gli altri Sindaci della provincia, con il rischio che facciano anch'essi la figuraccia che hanno fatto lui e De Santi lunedì sera.
Particolare menzione merita anche il Presidente del Consiglio Comunale Giulio Furlani il quale, a nostro avviso dimentico del ruolo di garanzia che gli è affidato, da esercitare "con imparzialità ed equità" (art. 9 del Regolamento Comunale), è corso più volte in aiuto del primo cittadino nell'inutile tentativo di salvarlo dalle pànie in cui questi si era cacciato con tanta buona volontà. Così, prima ha bollato come troppo teatrale l'intervento del consigliere di minoranza Roberto Alloro, poi ha sostenuto che la mozione - per quanto magari effettivamente forse non rispettasse in senso stretto il Regolamento - non andava intesa nel senso letterale bensì come tentativo di riportare l'attenzione dell'opinione pubblica su una tragedia che altrimenti rischia bla bla bla.
Il tutto mentre cadevano nel vuoto i pressanti appelli che gli venivano rivolti dai banchi della minoranza di far cessare le interruzioni e gli sghignazzi indecorosi con cui Avesani e De Santi - evidentemente a corto di altri argomenti - accompagnavano i legittimi interventi dei consiglieri della Lista Grandi. I quali, fino a quando la Costituzione lo garantirà, hanno diritto di pensarla in modo diverso da come la pensa il Sindaco. Il pubblico presente in sala - per fortuna più numeroso del solito - è buon testimone.
La presenza delle telecamere e la diffusione in streaming potrebbero avere una valida funzione deterrente rispetto a comportamenti di tale risma. Ma forse è proprio per questo che Avesani & C. non pubblicano nemmeno la registrazione audio della seduta. Meglio che gli abitanti di San Martino non sappiano, non vedano, non odano e certe cose magari nemmeno si discutano. Si vota e via: 11 contro 5 e pedalare. Questa è la democrazia secondo Avesani.
In Consiglio, dicevamo, stavolta ne abbiamo sentite davvero di tutti i colori. Abbiamo già presentato richiesta di accesso agli atti per ottenere la registrazione della seduta e, non appena ci verrà messa a disposizione, vi daremo conto delle perle di saggezza, di sentimenti democratici e di senso delle Istituzioni dei nostri amministratori.
Per adesso, accontentatevi di leggere la mozione presentata dal sindaco e l'intervento del consigliere Alloro a nome dell'intero gruppo consiliare Lista Grandi.
Intervento e dichiarazione
di voto
Signor Presidente,
l’amministrazione
guidata dal sindaco Avesani ci sta chiamando, purtroppo, a discutere mozioni
prive di significato concreto oppure contraddittorie rispetto alla propria
azione amministrativa.
Mi riferisco, ad esempio, alla mozione a
favore dell’ente teatrale regionale Arteven discussa nello scorso Consiglio Comunale:
mozione presentata dall’assessore alla Cultura con la quale si intendeva
sollecitare la Giunta
Regionale a non decurtare i fondi destinati a quell’ente (e
quindi alla Cultura) proprio mentre l’amministrazione si accingeva, nella
stessa seduta di Consiglio, a tagliare ben 66mila euro al Settore Servizi
Culturali. Mozione sulla quale – con un limpido esempio di unità e identità di
vedute tra componenti della stessa Giunta – il vicesindaco e assessore al
Bilancio si è astenuto.
La mozione di oggi è davvero sintomatica
del modo sui generis che il Sindaco
Avesani ha di intendere le mozioni.
Il proponente della mozione è lo stesso
signor Sindaco, come si legge sul testo della medesima: Ufficio: SINDACO.
Un richiamo al Regolamento, signor
Presidente Furlani, non guasta: art. 79: “La mozione consiste in una proposta
al Consiglio comunale riferita all’esercizio delle funzioni di indirizzo e
controllo politico-amministrativo (…) nell’ambito
dell’attività del Comune e degli enti od organismi allo stesso appartenenti od ai
quali esso partecipa”. Ripeto: “nell’ambito
dell’attività del Comune”.
È chiaramente questo il caso: si vorrebbe
che il Consiglio Comunale di San Martino pungolasse il Consiglio dei Ministri
della Repubblica Italiana indicando il modo più opportuno di gestire le
emergenze da grandi calamità naturali. Quanto la mozione in delibera sia pertinente
alle attività del Comune e quindi rispettosa del Regolamento è evidente a
tutti. Mi chiedo, signor Presidente del Consiglio, qual è la sua posizione in
merito e su quanti altri esorbitanti temi dovremo intrattenerci in futuro prima di un suo
autorevole intervento nel senso di un più appropriato ricorso alla categoria
della mozione.
Ma passiamo ora al merito della mozione
presentata dal Sindaco.
Il Sindaco chiede al Consiglio Comunale
di votare una delibera che impegni il Sindaco (cioè egli stesso) e la propria Giunta ad
intervenire presso il Governo per convincerlo ad inviare l’Esercito nelle zone
colpite dal sisma per (e qui cito testualmente) «installare tende da campo
refrigerate e riscaldate e realizzare a breve ospedali da campo funzionati con medici e cucine».
Una perla, questa precisazione: gli
ospedali da campo, i medici e e le cucine devono essere funzionanti, non finti.
Non faccia il furbo, presidente Monti. Che non ci tocchi vedere ospedali
giocattolo, medici fatti con i manichini del centro commerciale e cucine da
casa delle bambole!
Non leggo tra le premesse alcun
riferimento ad una eventuale analoga iniziativa da parte dei Sindaci delle zone
interessate, Sindaci ai quali è affidata precipuamente la tutela della salute
delle proprie comunità, né ho letto o sentito alcuna notizia in merito.
Non mi risulta, in altre parole, che qualche
Sindaco di paese terremotato abbia chiesto l’invio dell’Esercito per gli scopi
di cui si parla nella mozione, né che i Sindaci di quelle terre abbiano chiesto
agli altri Comuni italiani di fare opera di persuasione verso un Governo recalcitrante
ad adottare questa decisione.
Alla gestione delle emergenze da calamità
naturale sono chiamati fior fiore di Enti e di organi dello Stato, deputati ad
intervenire per provvedere alle necessità delle popolazioni colpite.
Abbiamo troppo rispetto per il ruolo e la
competenza di ciascuno di questi Enti e organi dello Stato per immaginare che a
nessuno di essi, né al Governo, né ai Ministri, né alla Protezione Civile
nazionale e locale, né alla Regione Emilia Romagna, né alle Province, né ai
Comuni interessati, sia sfuggita la necessità di provvedere all’installazione
di tende confortevoli o di ospedali e cucine da campo qualora tale esigenza si
fosse effettivamente verificata.
Ad ogni buon conto, ho personalmente
contattato prima il Centro Operativo Comunale del Comune di Cavezzo citato
nella mozione e poi direttamente l’Amministrazione comunale di Cavezzo nella persona dell’assessore
Maria Cristina Ferraguti.
All’assessore Ferraguti ho riferito della mozione che stiamo discutendo chiedendole se il Comune di Cavezzo abbia chiesto l'intervento dell'Esercito per le finalità indicate, per capire, semmai fosse il caso, se l'iniziativa del sindaco di San Martino Buon Albergo sia stata concepita per supportare una analoga istanza avanzata dai Comuni colpiti dal sisma.
Ebbene, dopo una lunga, puntuale e molto cortese panoramica sui piani di rientro nelle proprie abitazioni della cittadinanza ancora ospitata in alloggi temporanei, l'assessore Ferraguti ha tassativamente escluso che la Giunta o il Sindaco di Cavezzo abbiano mai discusso né tantomeno chiesto l'intervento dell'Esercito per l'installazione di tende od ospedali da campo. Mi ha anticipato, anzi, che avrebbe informato il Sindaco di questa iniziativa che in qualche modo li riguarda a loro insaputa e senza il loro assenso.
Viceversa, signor Presidente, corrono sul
web lodevoli iniziative di solidarietà che mostrano le amministrazioni comunali
dell’Emilia Romagna impegnate ad assicurare alla propria gente luoghi di
aggregazione atti ad ospitare iniziative di carattere culturale. Amministratori
illuminati, cioè, che hanno capito che assicurare vitto e alloggio dignitosi e sicuri
non basta, che subito dopo serve anche provvedere - per la tenuta del corpo
sociale - quello specialissimo cibo per l’anima che è la cultura declinata in
tutte le sue discipline: musica, teatro, danza, cinema, biblioteche. Garantire un
teatro alla propria comunità: di questo si preoccupa il sindaco di Pegognaga , non
di chiedere l’invio dell’Esercito. Garantire una nuova sede alla Biblioteca
Comunale: di questo si preoccupa il sindaco di Cavezzo, non di chiedere l’invio
dell’Esercito.
E semmai l’Esercito dovesse essere
impiegato per le finalità indicate nella mozione, ossia per installare tende
refrigerate e riscaldate o ospedali da campo funzionati con medici e cucine mi aspetto e mi auguro – come
cittadino italiano - che tale opportunità emerga e venga valutata nelle sedi
appropriate, senza attendere il “cicchetto” estemporaneo del Sindaco del Comune
di San Martino Buon Albergo.
Ho l’impressione, piuttosto, che la
mozione ora in discussione – a nostro avviso, ribadisco, del tutto priva di qualsiasi
significato pratico – se non è frutto di superficialità possa essere ispirata
da un fine più concreto e assai meno nobile, ossia quello di richiamare un po’
di attenzione mediatica sul sindaco Avesani.
E questa impressione è rafforzata
dall’intenzione, esplicitata in premesse e ribadita poco fa a voce dal Sindaco,
di diffondere la mozione «a tutti i Comuni veronesi affinché venga adottato un
atto analogo, sì da sensibilizzare a gran voce il Governo ad intervenire».
Già mi immagino i titoli che rischiamo di
leggere tra qualche giorno: «Parte da San Martino Buon Albergo l’appello a
Monti. Avesani: “in Emilia Romagna serve l’Esercito”». Segue articoletto di
rito con foto del sindaco. E tutto finisce lì. Una comparsata, insomma.
Ma così facendo – ed è questo il vero scopo
del diversivo di cui stiamo discutendo - si distoglie l’attenzione
dell’opinione pubblica dalle manovre concretissime che la Giunta sta compiendo
in materia di dotazione organica, con la creazione di incarichi dirigenziali
assolutamente superflui proprio nel momento in cui il Governo chiede il taglio
del 20% dei dirigenti pubblici e l’ingiustificata mortificazione economica e
professionale di alcuni funzionari stimati da tutti ma forse percepiti come
“non allineati” dalla vostra Amministrazione.
Il solito fumo negli occhi, insomma. La
solita propaganda che il sindaco Avesani e la sua Giunta vogliono ammannire
ai Sammartinesi e nella quale non intendiamo avere alcun ruolo.
Per quanto ci riguarda, se il sindaco ha
voglia di scrivere la letterina a Monti la può scrivere direttamente,
assumendosene in toto la responsabilità e senza coinvolgere in modo strumentale
il Consiglio Comunale.
Per i motivi che ho appena esposto,
signor Presidente, noi Consiglieri della Lista Grandi esprimeremo VOTO
CONTRARIO alla mozione in delibera.
Grazie.