Per chi non ha voglia di andarsi a leggere l'opuscolo "Avesani e
l'arte del faremo", pubblicato nel post del 21 marzo 2012, offriamo un
moderatamente breve riassunto delle puntate precedenti. Che, grazie al
funambolico Avesani, sono davvero tante (ed ecco spiegato quel
"moderatamente").
Nell'ormai lontano 2009, durante il montaggio di due fari sottogronda
sulla facciata della biblioteca comunale, il sindaco Avesani e l'assessore ai
Lavori Pubblici De Santi ritennero indispensabile (?!) rimuovere
l'installazione luminosa che da circa due anni campeggiava sullo spigolo
dell'edificio prospiciente il Municipio e che, purtroppo, nell'operazione venne
irrimediabilmente danneggiata
Pochi giorni dopo il consigliere comunale Lonardi interpellava il sindaco
chiedendo l'immediato ripristino dell'opera.
L'amministrazione si informò e appurò che, come sostenuto da Lonardi, si trattava effettivamente di un manufatto
eseguito per la mostra "Itinerarte" organizzata nel maggio 2007 sotto
l'egida dell'assessorato alla Cultura, in seguito donata alla
comunità di San Martino Buon Albergo dalla ditta Fimauto per i 25 anni di
presenza nel territorio comunale.
Preso atto dell'abbaglio e per scongiurare le dimissioni immediate
minacciate dall'assessore alla Cultura Alloro, nel Consiglio comunale del
9 novembre 2009 il sindaco Avesani fece la sola cosa giusta da fare: cospargersi il capo di cenere e promettere la subitanea reinstallazione
dell'opera, salvo la volontà dell'artista di una diversa collocazione
nell'ambito degli edifici di proprietà del Comune.
Da allora sono passati tre anni, durante i quali i nostri amministratori hanno inscenato un indecoroso tira e molla, in cui di
notte volenterose Penelopi disfacevano quanto promesso alla luce del sole.
Una delibera di giunta esecutiva (gennaio 2011) che incaricava l’ufficio
competente di provvedere al ripristino dell’opera, altre tre successive
interpellanze (Lonardi, maggio 2011; Lonardi, marzo 2012; Toffalini, settembre
2012) e una severa lettera di richiamo della signora Bedeschi non sono bastate:
Avesani e il nuovo assessore alla Cultura Castagna hanno continuato ad opporre
un autentico muro di gomma costruito con le scuse più incredibili (“stiamo
aspettando la disponibilità della signora Bedeschi”, "la donazione non è
stata mai accettata", "l'opera d'arte non mai stata acquisita al
patrimonio comunale e quindi l'assicurazione non risponde").
A forza di ripeterle, queste fandonie sono diventate per Avesani
e Castagna delle verità inossidabili, sfociando addirittura nel paradossale
"è colpa di Lonardi, perché quand'era sindaco non ha fatto ciò che avrebbe
dovuto". Dimenticando che la donazione è stata accettata tre giorni prima
delle elezioni del 30 maggio 2007 che hanno portato Avesani a Palazzo Ferruzzi.
Quindi, ammesso che l'iscrizione all'elenco delle opere d’arte e monumenti
inventariati si dovesse davvero fare (ma nessuno dei monumenti cittadini è inventariato!),
il compito non sarebbe certo spettato a chi aveva appena lasciato la
poltrona di primo cittadino bensì, casomai, a colui che gli era succeduto.
Tutte fanfaluche, dicevamo; scuse puerili e raffazzonate che non reggono
alla prova dei fatti. L'esame degli atti ci
ha permesso di scoprire che:
1) la donazione è stata accettata ufficialmente dal Comune;
2) non c'è alcun elenco di opere d'arte e monumenti al quale iscrivere
l'opera donata, per cui, quand'anche si fosse dovuto e voluto, non si sarebbe
potuto farlo;
3) non c'è alcuna corrispondenza tra il Comune e l'assicurazione per il
risarcimento del danno, per cui l'affermazione che "l'assicurazione non
paga perché l'opera non compare tra i cespiti comunali" è priva di
fondamento.
Insomma, è tutta una gran balla, un arrampicarsi sugli specchi per non fare
la sola cosa giusta e opportuna per la comunità, per l'artista, per la ditta
che ha pagato, per gli organizzatori della mostra “Itinerarte”, per la dignità
stessa del sindaco che promette e non mantiene: rimettere l'opera com'era e
dov'era a spese del Comune.
Per porre fine al balletto e costringere finalmente i colleghi che occupano
i banchi della maggioranza ad assumersi le proprie responsabilità di fronte ai
Sammartinesi, lunedì 22 ottobre i consiglieri comunali del Gruppo Daniele
Grandi hanno presentato una mozione con la quale si impegna il sindaco e la
giunta al ripristino immediato dell'opera d'arte.
La mozione dovrà essere messa all'ordine del giorno del primo Consiglio
comunale utile e comunque non oltre 30 giorni dalla sua presentazione.
Ecco il testo del documento.
MOZIONE
IL CONSIGLIO COMUNALE
Premesso che nella seduta di
Consiglio Comunale del 16/11/2009 il sindaco Avesani, rispondendo ad
interpellanza del consigliere Lonardi in merito alla rimozione dell’opera
d’arte in oggetto ha dichiarato testualmente che «è stata una decisione
frettolosa motivata dalla non conoscenza e del valore artistico dell’opera e
del contesto del quale essa è frutto. A seguito delle sollecitazioni
pervenuteci (…), la scelta è stata riportata all’attenzione
della Giunta che ha giustamente riconsiderato la scelta operata ed ha subito dato mandato all’Assessore alla Cultura di prendere contatti
con l’artista per verificare la possibilità di ricollocare l’opera al suo
posto»;
Dato atto che la Giunta Comunale,
con delibera n. 11 del 21/01/2011 esecutiva a norma di
legge, «per sottolineare la necessità di provvedere per rispetto dell’artista,
per abbellire la facciata e per ricreare il gradevolissimo effetto visivo del
neon acceso nelle ore serali», ha invitato il responsabile dell’Ufficio
competente ««ad attivarsi affinché l’opera artistica realizzata dalla
Signora Manuela Bedeschi venga riprodotta e ricollocata sulla facciata
dell’edificio che ospita la biblioteca comunale»;
Considerato che nel Consiglio
comunale del 15/03/2012, rispondendo ad una successiva interpellanza del
consigliere Lonardi relativa alla mancata esecuzione della citata delibera di
Giunta, il Sindaco ha dichiarato quanto segue:
a) «Poiché all’epoca della
donazione il Consigliere Lonardi era Sindaco, sarebbe meglio chiarire a lui il
motivo per cui questa opera d’arte non risulta nel patrimonio del Comune né
quale bene mobile, né immobile. Non risulta agli atti alcun riscontro
della donazione della signora Bedeschi e come lui stesso sa,
ogni donazione, anche di modico valore, deve essere accettata dall’ente ed
entrare nel patrimonio dell’ente (articolo 782 del Codice Civile) altrimenti la
donazione è nulla»;
b) «di fronte ad un’ingente
spesa da fare ricadere sui cittadini che rappresento, mi sono posto una
domanda: “Ma se è un’opera d’arte, alla donazione sarà seguita l’accettazione,
all’accettazione sarà seguita l’acquisizione nel patrimonio dei beni mobili e
ricadrebbe nella copertura assicurativa in essere per il patrimonio comunale.” Ecco
Consigliere Lonardi, quando Lei era Sindaco tutto ciò non è avvenuto. Alla data
odierna di attestazione scritta anche dell’ufficio economato non risulta, né mai accettata l’opera donata, né entrata nel patrimonio del
Comune. A ciò segue che all’accidentale rottura non ha potuto seguire neppure la
denuncia assicurativa per il risarcimento. Le pare opportuno che per tutte
queste mancanze della sua ex Amministrazione noi oggi facciamo ricadere sui
cittadini la spesa di tale bene?»;
Dato atto che dall’esame degli
atti è emerso quanto segue:
a) la formale accettazione
della donazione dell’opera d’arte è avvenuta con lettera a firma dell’assessore
alla Cultura Roberto Brangian prot. 2591 del 25/05/2007 conseguente ad analoga direttiva di Giunta comunale;
b) come da comunicazione
del competente ufficio prot. n. 17962 del 5/10/2012, non esiste alcun elenco di monumenti ed opere d’arte iscritte al patrimonio
comunale al quale si sarebbe dovuta aggiungere l’installazione artistica in
parola;
c) che, in ogni caso,
eventuali atti prodromici all’iscrizione di tale cespite al patrimonio comunale
successivi alla data 27/05/2007 sarebbero stati di competenza
dell’amministrazione insediatasi in data 1/06/2007;
d) come da comunicazione
del competente ufficio prot. n. 17801 del 4/10/2012, non esiste alcuna corrispondenza intercorsa con la compagnia assicurativa
in merito all’opera d’arte di cui si tratta;
Dato atto che non risulta fondata,
pertanto, nessuna delle circostanze burocratico-amministrative addotte dal
sindaco Avesani a motivazione del mancato ripristino dell’opera d’arte;
Considerato che tali motivazioni
asseritamente ostative sono comunque tutte posteriori sia al Consiglio del
Comunale del 16/11/2009, sia alla delibera di Giunta Comunale n. 11 del
21/01/2011, con le quali il Sindaco e la Giunta hanno assunto pubblicamente e
formalmente precisi ed irrevocabili impegni circa il ripristino dell’opera
d’arte;
Ritenuto che, in ogni caso, la
tutela del patrimonio storico-artistico e monumentale della comunità non possa
essere affidata unicamente ai rimborsi assicurativi eventualmente spettanti, ma
sia preciso dovere dell’amministrazione comunale farsene carico almeno con la stessa cura e sollecitudine
prestata alla manutenzione di altri beni pubblici;
Valutata la modesta entità della spesa a carico dell’Ente, pari a circa 2000 euro;
Ritenuto non ulteriormente
procrastinabile rimediare al depauperamento del patrimonio artistico della
collettività derivante dalla rimozione e dal danneggiamento dell’opera, con ciò
onorando gli impegni assunti dal Sindaco in Consiglio Comunale e dalla Giunta
con propria delibera esecutiva;
IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA
a ripristinare con ogni
urgenza, senza ulteriori dilazioni, l’installazione in argomento com’era e
dov’era con spese a carico del Comune.