giovedì 15 marzo 2012

L’AMMINISTRAZIONE DEL FARE… DANNI. UN CASO ESEMPLARE DI CATTIVA AMMINISTRAZIONE E DI PROMESSE NON MANTENUTE


La storia che vi raccontiamo oggi prende spunto da una delle interpellanze che sono state presentate in vista del Consiglio comunale di stasera.

L’autore dell’interpellanza è il consigliere Mario Lonardi e riguarda un’opera d’arte appartenente al patrimonio pubblico. Ne riportiamo il testo qui sotto:

Oggetto: interpellanza sulla rimozione della installazione luminosa posta sulla facciata della biblioteca comunale.

Il sottoscritto Mario Lonardi del gruppo “ Uniti per S.Martino “, in merito a quanto già richiesto ripetutamente sia in Consiglio Comunale che direttamente agli Assessori competenti, circa la rimozione della installazione luminosa posta sulla facciata della biblioteca comunale, e con riferimento alle assicurazioni ricevute per un suo ripristino,

rileva che non sono stati onorati, a tutt’oggi, gli impegni assunti da questa amministrazione per il ripristino dell’opera;

pur ammettendo che tale mancata promessa non è certamente la omissione più grave di quelle imputabili a questa amministrazione, ritiene che sia significativa proprio per la sua caratteristica simbolica: una promessa “semplice” e molto visibile che, non rispettata, rivela l’inefficacia dell’azione amministrativa in modo palese.

considerando particolarmente grave la rimozione ingiustificata di una opera artistica pubblica che contribuiva alla immagine della Piazza e, attraverso la memoria delle iniziative culturali svolte, al senso comune del nostro paese; 

chiede

che venga informato il Consiglio Comunale circa le motivazioni che non hanno permesso all’amministrazione di ripristinare l’installazione donata al Municipio dalla signora Bedeschi Emanuela dopo una sua mostra ospitata nella rassegna “Itinerarte” presso la nostra biblioteca.

Per capire quali siano gli impegni che secondo Lonardi l’amministrazione non ha onorato bisogna fare un passo indietro. Anzi due. Bisogna tornare al 2007, quando veniva inaugurato “ITINERARTE. Itinerari diversi nell’arte contemporanea”, un progetto promosso dall’assessorato alla Cultura che univa varie forme di espressione artistica contemporanea (musica, teatro, video-arte, incisioni, installazioni).

Una sezione del progetto, dal titolo “Itinerari diversi”, prevedeva otto interventi di altrettanti artisti (Manuela Bedeschi, Giuliano Guatta, Adama Guéye, Donata Lazzarini, Igino Legnaghi, Andrea Masotto, Bruno Muzzolini e Ugo Tonello) in altrettanti punti del paese, che diventò - dal 20 maggio al 16 giugno – un vero e proprio museo all’aperto.

Manuela Bedeschi, in particolare, aveva realizzato per la facciata della biblioteca comunale Don Lorenzo Milani una installazione ispirata alla interazione tra spazi pubblici, arte e luce.

  
Al temine della mostra, stimolati anche dagli apprezzamenti ricevuti, l’artista e lo sponsor che aveva finanziato l’opera vollero donarla ai Sammartinesi. L’amministrazione comunale, nella persona dell’assessore Roberto Brangian, accettò formalmente il dono e acquisì l’installazione al patrimonio pubblico.
Fu uno degli ultimi atti dell’amministrazione Lonardi, che non venne confermata alle elezioni amministrative di fine maggio 2007.

Il 9 novembre 2009 Lonardi presentava una prima interpellanza sul tema:

Oggetto : interpellanza sulla rimozione della installazione luminosa posta sulla facciata della biblioteca comunale.

Il sottoscritto Mario Lonardi del gruppo “ Uniti per S.Martino “, dopo la segnalazione di molti concittadini che hanno verificato la rimozione della installazione luminosa posta sulla facciata della biblioteca comunale, ed avendo chiesto informazioni sullo stato delle cose all’assessore Alloro che è sembrato a sua volta stupito e non informato dei motivi della rimozione,
e con riferimento alle assicurazioni ricevute per un suo ripristino,

chiede

che venga informato il Consiglio Comunale circa le motivazioni che hanno indotto l’amministrazione a rimuovere l’installazione donata al Municipio dalla signora Bedeschi Emanuela dopo una sua mostra ospitata nella rassegna “Itinerarte” presso la nostra biblioteca.

Erano giorni in cui gli occhi dell’opinione pubblica erano particolarmente attenti al mondo dell’arte contemporanea a causa della clamorosa rimozione di un’opera di Facheris posizionata in via Mazzini a Verona, portata in discarica come rifiuto ingombrante da ignari operatori dell’Amia. Un caso assai imbarazzante finito sui giornali e in tv ed aveva chiamato in causa direttamente l’amministrazione comunale cittadina.

Di qui il caldo consiglio rivolto al sindaco dall’assessore Alloro di fare pubblica ammenda in consiglio comunale promettendo il tempestivo ripristino dell’opera. È interessante leggere le parole di Avesani riportate nella trascrizione della seduta di consiglio del 16 novembre 2009: «(…) tale rimozione è stata una decisione frettolosa motivata dalla non conoscenza e del valore artistico dell’opera e del contesto del quale essa è frutto». Ecco la trascrizione integrale della discussione:


 L’assessore Alloro, in realtà, nulla sapeva dell’intenzione di rimuovere l’opera d’arte; anzi, appresa la notizia aveva minacciato per iscritto di rassegnare le proprie dimissioni dall’incarico qualora essa non fosse stata subito ripristinata, né mai si è prestato ad accompagnare la signora Bedeschi nei giri “turistici” per il paese ai quali accenna il sindaco, che assunse invece quel ruolo personalmente.

Ciò mentre il vicesindaco e assessore ai Lavori Pubblici, responsabile politico dei lavori che avevano causato la rimozione dell’opera d’arte, si assentava dalla seduta del Consiglio proprio per il tempo necessario alla discussione dell’interpellanza. Una coincidenza, naturalmente.

Comunque, a dispetto dei tentativi di Avesani, l’artista decise che la “V verde” andava rimessa “dov’era e com’era”. Sembrava tutto semplice, ma – come vedremo – la storia è ancora lunga, perché l’amministrazione alzò sulla questione un vero e proprio muro di gomma fatto di rimpalli tra sindaco, assessore ai Lavori Pubblici e l’ufficio competente.

Dalla promessa in consiglio comunale del 16 novembre 2009 bisogna arrivare al 21 gennaio 2011 (tredici mesi dopo!) perché la Giunta, con delibera n° 11, allo scopo di «provvedere per rispetto dell’artista, per abbellire la facciata e per ricreare il gradevolissimo effetto visivo del neon acceso nelle ore serali» invitasse il responsabile dell’Ufficio Patrimonio ad attivarsi per la riproduzione e la riallocazione dell’opera artistica «ammaloratasi nello smontaggio».

Da allora sono passati altri tredici mesi e la facciata della biblioteca comunale è ancora spoglia della scultura luminosa, nonostante la stessa signora Bedeschi ci abbia informati personalmente di aver scritto, nel frattempo, una vibrante lettera di protesta al Comune per i tiraemolla del sindaco e dell’assessore Castagna.
Ventisei mesi non sono bastati ad Avesani per mantenere la promessa fatta all’artista, al Consiglio comunale e alla comunità di San Martino.

E siamo ad oggi. O meglio: al consiglio comunale di stasera.

Nel frattempo, il percorso artistico di Manuela Bedeschi l’ha portata a realizzare installazioni in altri importanti siti culturali veneti, tra i quali, a Vicenza, Casa Gallo e la biblioteca La Vigna, nell’ambito di iniziative condivise da importanti Enti pubblici e privati.

E pensare che noi Sammartinesi avevamo la prima opera di questo ciclo! Ma forse a qualcuno non piaceva…
Siamo curiosi di sentire cosa risponderà il sindaco Avesani all’interpellanza di Lonardi.
Seguiteci: vi terremo informati.

(15/03/2012)