venerdì 16 marzo 2012

EL TACÓN L’È PÈSO DEL BUSO. Il sindaco Avesani risponde in Consiglio comunale all’interpellanza sull’opera d’arte rimossa

Ai nostri affezionati e curiosi lettori, reduci da una notte insonne per la curiosità di conoscere quale sia il destino che il signor Avesani ha riservato all'installazione di Manuela Bedeschi un tempo collocata sulla facciata della biblioteca comunale Don Lorenzo Milani di San Martino Buon Albergo, siamo in grado ci fornire un resoconto della discussione avvenuta ieri sera in Consiglio comunale.
In attesa della trascrizione ufficiale, che sarà resa pubblica tra qualche settimana, ci affidiamo alla memoria dei nostri inviati.
Dopo la lettura dell'interpellanza da parte del consigliere Lonardi, prende la parola il sindaco e, come sempre, ci prova a stupire tutti con effetti speciali.
Qualcuno pensa forse che lui se ne sia dimenticato, dell'installazione Bedeschi? Certo che no (ebbene sì, lo ammettiamo: dopo ventisei mesi di tiraemolla il sospetto che cercasse - almeno - di dimenticarsene ci era venuto). Il problema (perché adesso si scopre che c'è un problema) è che il bene non è parte dell'inventario comunale (càspita! gli ci sono voluti due anni e mezzo per accorgersene). E quindi non è coperto da assicurazione.
Come può lui, sindaco oculato nella gestione delle finanze comunali come un buon padre di famiglia, spendere poco meno di duemila euro (diconsi meno di duemila euro iva compresa) per ricollocare l’opera al suo posto? In questo momento di crisi la cosa non s’ha da fare. Ma, rassicura subito tutti, non è detto che in futuro non venga fatta.
Ci prova, il consigliere Lonardi, a far notare che forse anche altri beni non sono iscritti nell’inventario. Ad esempio – dice – il monumento ai Caduti è iscritto o no? Perché se non dovesse essere iscritto, in caso di danni non sarà possibile intervenire e saremo costretti a lasciarlo rovinato.
A questo punto, però, esaurito il rigido schema domanda-risposta-breve replica imposto dal regolamento del Consiglio comunale in tema di interpellanze, si passa ad altro. Fine delle trasmissioni.
E l’installazione Bedeschi? Se il nostro demiurgo vorrà, forse, un giorno, semmai, verificandosi le circostanze, non è escluso che. Insomma, Avesani prende ancora tempo riproponendo il leit-motiv della sua amministrazione: faremo, faremo, faremo. In questo caso specifico declinato nel caso del futuro ipotetico: forse faremo.
Come dargli torto? Il momento è difficile, i soldi sono preziosi.
Sarà per questo che le case dei Sammartinesi sono inondate di giornalini comunali pagati, quelli sì, con i preziosi soldi della comunità.
Sarà per questo che il paese è tappezzato di manifesti e banner sull’inagurazione della piscina di carta pagati con i preziosi soldi della comunità, pensati da comunicatori profumatamente pagati con i preziosi soldi della comunità, stampati da tipografie pagate con i preziosi soldi della comunità, distribuiti da persone pagate con i preziosi soldi della comunità.
Un mare di carta, pagata da noi contribuenti, per raccontare i mirabolanti progetti di Avesani e della sua squadra per i prossimi 5 anni. «Ciò che faremo… ..e faremo… ..remo…». Parole così vuote che si sente perfino l’eco.
Ecco svelata, finalmente, la brillante idea del nostro sindaco per far girare l’economia del Paese: l’indotto della sua campagna elettorale. Pagata dai contribuenti, certo, ma è un dettaglio. Qualcuno ne parli a Monti e a Passera: magari non ci avevano pensato.
I fuochi d’artificio di Avesani sembrano davvero sottocosto, oramai. Siamo alle svendite finali.
E intanto un bene della comunità, donato alla comunità, espressamente accettato dai rappresentanti della comunità, rimane (danneggiato) dei depositi comunali. Monumento piccolo ma significativo, di un modo arrogante di gestire la cosa pubblica.