Ai nostri affezionati e curiosi lettori, reduci da una notte insonne per la curiosità di conoscere quale sia il destino che il signor Avesani ha riservato all'installazione di Manuela Bedeschi un tempo collocata sulla facciata della biblioteca comunale Don Lorenzo Milani di San Martino Buon Albergo, siamo in grado ci fornire un resoconto della discussione avvenuta ieri sera in Consiglio comunale.
In attesa della trascrizione ufficiale, che sarà resa pubblica tra qualche settimana, ci affidiamo alla memoria dei nostri inviati.
Dopo la lettura dell'interpellanza da parte del consigliere Lonardi, prende la parola il sindaco e, come sempre, ci prova a stupire tutti con effetti speciali.
Qualcuno pensa forse che lui se ne sia dimenticato, dell'installazione Bedeschi? Certo che no (ebbene sì, lo ammettiamo: dopo ventisei mesi di tiraemolla il sospetto che cercasse - almeno - di dimenticarsene ci era venuto). Il problema (perché adesso si scopre che c'è un problema) è che il bene non è parte dell'inventario comunale (càspita! gli ci sono voluti due anni e mezzo per accorgersene). E quindi non è coperto da assicurazione.
Come può lui, sindaco oculato nella gestione delle finanze comunali come un buon padre di famiglia, spendere poco meno di duemila euro (diconsi meno di duemila euro iva compresa) per ricollocare l’opera al suo posto? In questo momento di crisi la cosa non s’ha da fare. Ma, rassicura subito tutti, non è detto che in futuro non venga fatta.
Qualcuno pensa forse che lui se ne sia dimenticato, dell'installazione Bedeschi? Certo che no (ebbene sì, lo ammettiamo: dopo ventisei mesi di tiraemolla il sospetto che cercasse - almeno - di dimenticarsene ci era venuto). Il problema (perché adesso si scopre che c'è un problema) è che il bene non è parte dell'inventario comunale (càspita! gli ci sono voluti due anni e mezzo per accorgersene). E quindi non è coperto da assicurazione.
Come può lui, sindaco oculato nella gestione delle finanze comunali come un buon padre di famiglia, spendere poco meno di duemila euro (diconsi meno di duemila euro iva compresa) per ricollocare l’opera al suo posto? In questo momento di crisi la cosa non s’ha da fare. Ma, rassicura subito tutti, non è detto che in futuro non venga fatta.
Ci prova, il
consigliere Lonardi, a far notare che forse anche altri beni non sono iscritti
nell’inventario. Ad esempio – dice – il monumento ai Caduti è iscritto o no? Perché
se non dovesse essere iscritto, in caso di danni non sarà possibile intervenire
e saremo costretti a lasciarlo rovinato.
A questo punto, però,
esaurito il rigido schema domanda-risposta-breve replica imposto dal
regolamento del Consiglio comunale in tema di interpellanze, si passa ad altro.
Fine delle trasmissioni.
E l’installazione
Bedeschi? Se il nostro demiurgo vorrà, forse, un giorno, semmai, verificandosi
le circostanze, non è escluso che. Insomma, Avesani prende ancora tempo
riproponendo il leit-motiv della sua
amministrazione: faremo, faremo, faremo.
In questo caso specifico declinato nel caso del futuro ipotetico: forse faremo.
Come dargli torto? Il
momento è difficile, i soldi sono preziosi.
Sarà per questo che
le case dei Sammartinesi sono inondate di giornalini comunali pagati, quelli
sì, con i preziosi soldi della comunità.
Sarà per questo che
il paese è tappezzato di manifesti e banner
sull’inagurazione della piscina di carta pagati con i preziosi soldi della
comunità, pensati da comunicatori profumatamente pagati con i preziosi soldi della
comunità, stampati da tipografie pagate con i preziosi soldi della comunità, distribuiti
da persone pagate con i preziosi soldi della comunità.
Un mare di carta,
pagata da noi contribuenti, per raccontare i mirabolanti progetti di Avesani e
della sua squadra per i prossimi 5 anni. «Ciò
che faremo… ..e faremo… ..remo…». Parole così vuote che si sente perfino
l’eco.
Ecco svelata, finalmente,
la brillante idea del nostro sindaco per far girare l’economia del Paese:
l’indotto della sua campagna elettorale. Pagata dai contribuenti, certo, ma è
un dettaglio. Qualcuno ne parli a Monti e a Passera: magari non ci avevano
pensato.
I fuochi d’artificio di
Avesani sembrano davvero sottocosto, oramai. Siamo alle svendite finali.
E intanto un bene della comunità, donato alla
comunità, espressamente accettato dai rappresentanti della comunità, rimane (danneggiato)
dei depositi comunali. Monumento piccolo ma significativo, di un modo arrogante
di gestire la cosa pubblica.